sabato 25 ottobre 2008

MICA MALE!

Salve a tutti!
sì lo so, il blog ormai è chiuso, non leggerete questo post, anche perché quegli incontri sono finiti come gruppo delle superiori... ma era solo per dire che il blog è visitato ancora, da varie parti d'Italia e anche dal mondo (a quanto risulta dal sito delle statistiche a cui l'ho iscritto!) e in più se fate delle ricerche con google è anche ben posizionato: se cercate "la regola d'oro" il blog è alla terza pagina, ossia in 23esima posizione! mica male!!! (aggiornamento alle ore 11h45 di sabato 25 ottobre :))

martedì 3 giugno 2008

27 maggio - Il corpo e i sacramenti

Ed eccoci, come preannunciato, all'ultimo incontro dell'anno!
Iniziamo riallacciandoci al discorso degli ultimi incontri, cioè la corporeità nel rapporto con l'Altro, con l'Oltre, e la difficoltà che il mio corpo comporta nella relazione con Dio.
L'incontro vero e proprio comincia con una tecnica: ognuno ha una striscia di carta, dove rappresentare le tappe, le fasi della vita dell'uomo, concentrandosi maggiormente sull'aspetto corporeo-biologico, e per ogni tappa scrivere una parola significativa, una parola che vi colleghiamo più o meno coscientemente. Prendiamone un paio tanto per fare un esempio:
  • Nascita - gioia
  • Infanzia - spensieratezza
  • Sviluppo/adolescenza - scoperta
  • Età adulta (o adultezza!) - certezze
  • Vecchiaia - ricchezza di esperienze
  • Morte - passaggio
  • Concepimento - non scelta
  • Sviluppo embrionale - nutrimento
  • Nascita - entrata in scena
  • Infanzia - subbuteo
  • Pubertà - anni del fiore
  • Maturità - fiore degli anni
  • Degrado -virgola
  • Vecchaia - bocce
  • Morte - chi ha avuto, ha avuto; chi ha dato, ha dato
  • Terra (o altro elemento) - locus amoenus
Ma che c'entra questo con i sacramenti? leggiamo allora un brano tratto dal libro Sul corpo di Carlo Maria Martini:

Il Cristianesimo è tutto fondato sul corpo che Cristo ha assunto: è la religione del Logos incarnato, della Parola che si fa uomo.
Esso è proiettato sul corpo del cristiano che, viene immerso nell'acqua del battesimo e poi accompagnato lungo i diversi momenti della vita, fino all'ultima malattia e alla morte, come preludio della risurrezione del corpo. Questo corpo del cristiano vive per la sua inserzione nel Corpo di Cristo risorto e diviene membro del grande Corpo di Cristo che è la Chiesa.
Dunque il Cristianesimo ha al centro un corpo che nasce, cresce, comunica, si riproduce, si dilata, soffre, si ammala, guarisce, muore; perché è nel farsi del mio corpo che vive la Parola.
E tutte le varie fasi del mio corpo hanno un significato, una “parola” alla quale rimandano. Questa parola viene detta dai sacramenti della Chiesa.

Se adesso pensiamo ai sacramenti come a una serie di tappe della vita del Cristiano, avremo il seguente schema:

  • Battesimo
  • Confessione
  • Eucaristia
  • Cresima
  • Matrimonio oppure Ordinazione sacerdotale
  • Unzione dei malati
  • Dies Natalis
Questo elenco deve essere preso con le dovute cautele, così com'è rispecchia l'evoluzione dei sacramenti fino ai giorni nostri.. una volta battesimo e cresima si facevano da adulti e in successione, e l'eucaristia come anche la confessione sono sacramenti che facciamo più volte nella notra vita - come il mangiare, il riposarsi, che fanno parte della nostra vita biologica ma non sono una tappa come la nascita. I sacramenti sono azioni umani, coinvolgono il nostro corpo, ma questo non ci deve sorprendere, dopotutto la religione cristiana è fondata sul fatto che Dio ha scelto di assumere forma umana, un corpo in carne e ossa, come possiamo leggere nel prologo al Vangelo di Giovanni:

Giovanni 1,1-18


1 In principio era il Verbo,
il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
2 Egli era in principio presso Dio:
3 tutto è stato fatto per mezzo di lui,
e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.
4 In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
5 la luce splende nelle tenebre,
ma le tenebre non l'hanno accolta.
6 Venne un uomo mandato da Dio
e il suo nome era Giovanni.
7 Egli venne come testimone
per rendere testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
8 Egli non era la luce,
ma doveva render testimonianza alla luce.
9 Veniva nel mondo
la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
10 Egli era nel mondo,
e il mondo fu fatto per mezzo di lui,
eppure il mondo non lo riconobbe.
11 Venne fra la sua gente,
ma i suoi non l'hanno accolto.
12 A quanti però l'hanno accolto,
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
13 i quali non da sangue,
né da volere di carne,
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
14 E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi vedemmo la sua gloria,
gloria come di unigenito dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
15 Giovanni gli rende testimonianza
e grida: «Ecco l'uomo di cui io dissi:
Colui che viene dopo di me
mi è passato avanti,
perché era prima di me».
16 Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto
e grazia su grazia.
17 Perché la legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
18 Dio nessuno l'ha mai visto:
proprio il Figlio unigenito,
che è nel seno del Padre,
lui lo ha rivelato.

Per concludere, leggiamo ancora un brano di Martini, che spiega meglio come i sacramenti siano legati alla vita del cristiano, e l'introduzione ad una collana di libriccini sui sacramenti, che spiegano meglio cosa siano i sacramenti e la loro relazione con il nostro essere uomini:

I sacramenti

I sacramenti esplicitano ed esprimono la parola non detta del corpo, ne attualizzano la potenzialità comunicativa.
In ogni sacramento c'è una parola che dà forma, senso compiuto e vita a cose e gesti riguardanti il corpo umano e il suo cammino verso Dio, sempre in riferimento al Corpo di Cristo e al Corpo della Chiesa.
Il nascere e il crescere del corpo sono in connessione al battesimo, alla confermazione e alla riconciliazione.
Il nutrirsi e il divenire adulti sono in connessione all'Eucaristia e all'ordine sacro.
L'essere amati e l'amare in connessione al matrimonio.
Il soffrire e il morire in connessione all'unzione e al dies natalis, al battesimo definitivo.


Che cos’è un sacramento?

I sacramenti sono anzitutto delle attività umane, sono gesti umani fondamentali. Laviamo i nostri corpi, ungiamo la fronte, mangiamo pane e beviamo vino, tocchiamo e accarezziamo i malati, ecc. Queste azioni umane diventano mezzi per incontrare il Signore, e sono eseguite in modo rituale, cioè seguendo dei modelli conosciuti di movimenti e di gesti, recitando le parole ufficiali prescritte dal rito. Le nostre azioni rituali sono simboliche, ossia un mezzo reale e concreto per darci la possibilità di sperimentare o esprimere qualcosa che altrimenti rimane astratto. Un simbolo contiene la realtà che esprime, sebbene non ne esaurisca tutta la sua profondità: così un bacio contiene in qualche modo l’amore che esprime, ma sappiamo bene che l’amore è anche altro.
Tutti i sacramenti si collegano anche alla parola di Dio, che chiarifica il significato dei simboli che usiamo e ci ricorda anche come le nostre azioni siano sempre una risposta a quanto Dio ha fatto per noi.
Le azioni rituali che compiamo nei sacramenti sono sempre azioni comunitarie, cioè azioni della comunità della Chiesa, non semplicemente azioni del sacerdote o di colui che riceve il sacramento. Loro effetto primario è quello di formarci e fortificarci per la missione, cosicché possiamo mantenere viva e attiva la comunità.
Allo stesso tempo, dato che la Chiesa è il corpo di Cristo, l’azione di un sacramento è anche l’azione di Cristo, che agisce mediante la comunità riunita nel suo nome. L’incontro con Cristo nei sacramenti è possibile solo per mezzo della fede: i sacramenti esprimono la nostra fede, ma anche la nutrono e la rafforzano, perché ci mettono in contatto con il Cristo vivo e ci permettono di approfondire la nostra amicizia con il Signore.
I sacramenti sono parte della nostra relazione con Dio, sono parte della nostra vita di fede. Esprimono ciò che Dio sta già facendo nella nostra vita e ci spingono in avanti lungo la strada della crescita spirituale.

Bene, spero che questi brani possano spiegare bene il senso di questo incontro. Che si conclude senza concludersi - ci vorrebbe almeno un incontro per ogni sacramenti - volutamente. Spero che questi incontri siano stati significativi, che vi sia rimasto qualcosa, soprattutto spunti per la riflessione. Ma il cammino continua con la Convivenza, e a ottobre quando ricominceranno gli incontri!!!!

lunedì 19 maggio 2008

ULTIMO AVVISO!!!!!!!!!!!!!!!!!

Eh sì, questo è l'ultimo avviso di quest'anno... perché gli incontri sono giunti al termine!!! E infatti il prossimo ed ultimo incontro si svolgerà

martedì 27 maggio

solito posto, solita ora. Martedì 20 maggio, invece, non faremo nessun incontro (qualcuno è in gita, qualcuno ha da studiare, ed essendo l'ultimo vogliamo prepararlo con calma!!!!). Mi raccomando, accorrete numerosi, che magari parliamo anche di quando volete fare la pizzata (qualcuno inizia già a chiedere). Infine, ricordo sempre che per la convivenza c'è ancora posto, e quelli che sono ancora indecisi facciano in fretta!!!! e quelli che si sono decisi ma non hanno ancora versato la caparra... beh... facciano in fretta anche loro!!!!!!!! Allora a martedì 27 maggio!!!!!

13 maggio - Andare oltre la corporeità

Come abbiamo visto l'altra volta, l'uomo è basar, carne, cioè legato all'esperienza terrestre, fragile, debole. Ma è anche nephesh, vita, e ruah, ossia spirito, relazione con Dio, e infine lev, cuore, profondità, intelligenza. Oggi riflettiamo quindi in che modo il nostro essere carne influenzi la ricerca del divino, il rapporto con Dio e con un'esistenza che va al di là della nostra esperienza terrena. Per fare questo, confrontiamoci con la Parola di Dio, che, ricordiamo, non è il libro delle risposte bensì illibro delle domande, perché come abbiamo visto dall'inizio di questo anno di incontri la fede è essenzialmente una continua ricerca - per noi credenti, di un rapporto con un Dio che è amore.

Per leggere i brani proposti, ecco una serie di domande guida, per indirizzare la riflessione:
  1. Cosa "cercano" i personaggi e gli autori delle letture?Cos'è che li interroga, che cosa li disorienta, che cosa li turba? E cosa li spinge all'incontro, al relazionarsi con il Signore?
  2. In che modo entrano "in contatto" con la divinità i personaggi nelle letture? Qule/i senso/i viene/vengono "stimolati"?
  3. I sensi costituiscono un limite alla comprensione e alla relazione o la aprono?
  4. Che dimensione/i del corpo, del mio esser uomo (facendo riferimento ai termini spiegati da Piero) emerge dalle letture?
  5. Quale senso per me è stimolato dalla relazione che ho io con Dio?
  6. Quale delle letture sento più vicina a me? Perchè? Anch'io sperimento i dubbi e le difficoltà di queste letture? Quando? Intendiamo in particolare 1) la difficoltà di percepire e di credere a qualcosa che vada "oltre" la fisicità, l'essere terreno e tangibile, e 2) quella di vivere la corporeità come qualcosa di animato dal soffio di Dio, come un tutt'uno di carne e spirito.
Ed ecco la serie di brani che abbiamo proposto:

Esodo 33,18-23

18 [Mosè] disse [al Signore]: «Mostrami la tua Gloria!».
19 Rispose: «Farò passare davanti a te tutto il mio splendore e proclamerò il mio nome: Signore, davanti a te. Farò grazia a chi vorrò far grazia e avrò misericordia di chi vorrò aver misericordia». 20 Soggiunse: «Ma tu non potrai vedere il mio volto, perché nessun uomo può vedermi e restare vivo». 21 Aggiunse il Signore: «Ecco un luogo vicino a me. Tu starai sopra la rupe: 22 quando passerà la mia Gloria, io ti porrò nella cavità della rupe e ti coprirò con la mano finché sarò passato. 23 Poi toglierò la mano e vedrai le mie spalle, ma il mio volto non lo si può vedere».


Salmo 12 (13) Lamento fiducioso del giusto

1 Al maestro del coro. Salmo. Di Davide.
2 Fino a quando, Signore, continuerai a dimenticarmi?
Fino a quando mi nasconderai il tuo volto?
3 Fino a quando nell'anima mia proverò affanni,
tristezza nel cuore ogni momento?
Fino a quando su di me trionferà il nemico?
4 Guarda, rispondimi, Signore mio Dio,
conserva la luce ai miei occhi,
perché non mi sorprenda il sonno della morte,
5 perché il mio nemico non dica: «L'ho vinto!»
e non esultino i miei avversari quando vacillo.
6 Nella tua misericordia ho confidato.
Gioisca il mio cuore nella tua salvezza
e canti al Signore, che mi ha beneficato.


Salmo 26 (27) Ferma fiducia in Dio

7 Ascolta, Signore, la mia voce.
Io grido: abbi pietà di me! Rispondimi.
8 Di te ha detto il mio cuore: «Cercate il suo volto»;
il tuo volto, Signore, io cerco.
9 Non nascondermi il tuo volto,
non respingere con ira il tuo servo.
Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi,
non abbandonarmi, Dio della mia salvezza.
10 Mio padre e mia madre mi hanno abbandonato,
ma il Signore mi ha raccolto.
11 Mostrami, Signore, la tua via,
guidami sul retto cammino,
a causa dei miei nemici.
12 Non espormi alla brama dei miei avversari;
contro di me sono insorti falsi testimoni
che spirano violenza.
13 Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
14 Spera nel Signore, sii forte,
si rinfranchi il tuo cuore e spera nel Signore.


Giovanni 20,11-18

11 Maria invece stava all'esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro 12 e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. 13 Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto». 14 Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. 15 Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo». 16 Gesù le disse: «Maria!». Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: «Rabbunì!», che significa: Maestro! 17 Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va' dai miei fratelli e di' loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro». 18 Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: «Ho visto il Signore» e anche ciò che le aveva detto.


Giovanni 20,24-29

24 Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25 Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò».
26 Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 27 Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». 28 Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29 Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!».


1Corinzi 13,9-13

9 La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. 10 Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. 11 Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato. 12 Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto.
13 Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!


ed ecco qualche annotazione:
  • spesso abbiamo il bisogno di incontrare Dio in maniera concreta e tangibile, di vedere il suo volto, di sentire la sua voce, di toccare le sue mani. Ma questo non è possibile: metaforicamente, l'impossibilità di vedere il volto di Dio rappresenta l'impossiblità di conoscere Dio in forma completa e perfetta. Per ora, possiamo solo vederlo da dietro, le sue spalle (Esodo), oppure come in uno specchio (Corinzi), tenendo presente che gli specchi di allora erano fatti di bronzo e non è che riflettessero tanto bene! Solo un giorno potremo vedere Dio faccia a faccia.
  • pensando al senso che è stimolato dalla relazione con Dio, di primo acchito si può pensare alla vista o all'udito: vedere Dio nel volto degli altri, nel creato, nella Parola che ci ha lasciato. Ma qualcuno ha detto che non trova che nessuno dei suoi sensi sia stimolato dalla relazione con Dio... piuttosto, lo sentiamo nel nostro cuore - lev - nel profondo di noi stessi, una sensazione più che altro inspiegabile, un impulso che viene da dentro.
  • Cercare Dio è un altro paio di maniche. Uno può dire che, non sapendo come se lo debba aspettare, lo cerca sotto una forma e quando gli capita accanto non se ne accorge: un po' come quando uno cerca le chiavi di casa e non fa caso, per esempio, al libro che gli passa sotto gli occhi guardando, per esempio, dentro l'armadio. Certo è che si devono sempre rifuggire gli estremi. Da una parte, pensare di vedere Dio in tutto, di pensare di trovare una spiegazione ad ogni evento come se fosse la volontà divina (penso a mia nonna che, quando trovava un parcheggio con la macchina, subito ringraziava il Signore). Dall'estremo opposto troviamo invece l'atteggiamento di chi non cerca affatto, convinto che tanto non sarebbe capace di riconoscere la sua presenza negli avventmenti della vita, della storia. Non è un po' darsi per vinti? e poi, dopo tutto un anno di incontri in cui avviamo visto quanto la fede - cristiana e non - sia una ricerca?
  • nel complesso, i sensi e la corporeità costituiscono sì un limite alla relazione con Dio, perché per quanto ci sforziamo, non riusciamo a figurarci un'esistenza extra-corporea; ma proprio perché i sensi e la corporeità ci precludono una "conoscenza imperfetta", essi aprono la via alla continua ricerca di una relazione con un Altro, con un Oltre.

martedì 13 maggio 2008

7 maggio - La corporeità nella Bibbia

L'incontro di oggi è una relazione di don Piero che ha ripercorso per noi i brani biblici più significativi sulla corporeità e ci ha fornito anche la terminologia biblica al riguardo. Cercherò di ricostruire il discorso ma potete chiedere direttamente a lui se non capite qualcosa o volete ulteriori spiegazioni. Anche se, come dice il proverbio, chi dorme non piglia pesci!!!

LA TERMINOLOGIA EBRAICA DELLA CORPOREITÀ

Iniziamo dicendo che nella cultura ebraica, l'essere umano è visto come una unità, e non una unione di anima e corpo come ci viene tramandato dalla cultura e filosofia greca che ha successivamente fatto penetrare questa concezione nel pensiero dei teologi cristiani. L'idea di una componente spirituale "buona" pre-esistente a un corpo "cattivo" in cui è imprigionata nasce con la filosofia socratico-platonica ed è assente dal pensiero ebraico, dove non c'è nemmeno una parola per indicare il corpo, nel senso che lo intendiamo noi. Ma andiamo con ordine e presentiamo le parole ebraiche essenziali, tenendo conto che nella traduzione dei settanta, come anche nel nuovo testamento, la resa in greco spesso non tiene conto del senso originale del termine ebraico (Scarica il file pdf con la terminologia biblica della corporeità). La prima è adam (tradotta in greco ànthropos, essere umano), legata alla parola che indica la terra, adamà. Questa parola indica quindi l'uomo in quanto essere terrestre, indipendentemente dal suo sesso, quindi l'essere umano, l'umanità in genere. Abbiamo poi ish e ishah, "uomo" e "donna". Ish (tradotto in greco come anér, andrós, "uomo di sesso maschile") indica rispetto ad adam l'uomo in quanto differenziato in uomo e donna, l'uomo che è sia maschio che femmina, ma non l'uomo maschio in particolare (come gatto indica in generale tutti i gatti, però possiamo anche fare l'opposizione gatto-gatta. Purtroppo, in italiano uomo e donna sono due parole totalmente distinte, come anche in greco). Passiamo ora ad un'altra parola, che è basar, che significa "carne" e in greco è tradotta come sarx, appunto "carne", ma anche come sôma, che significa invece "corpo". Basar non indica quindi una componente dell'essere umano, non il "corpo" come lo intendiamo noi, bensì l'uomo in quanto costituito di carne; nello specifico, questo termine indica la fragilità dell'uomo, la sua limitatezza. Con sarx si mette più l'accento sulla debolezza fisica ma anche morale, mentre sôma è un termine più positivo rispetto a carne. Con la parola nephesh si indica invece "il soffio vitale, la vita, l'io", è la parola che designa l'uomo in quanto essere vivente, che si manifesta nel suo respirare. La traduzione greca, psyché, è un po' fuorviante, in quanto indica maggiormente l'anima, l'individualità della persona, la mente. Nephesh è invece quello che ci accomuna agli animali, anch'essi essere viventi che respirano. Un'altra parola è ruah, che significa "vento, soffio, spirito", e può indicare sia lo Spirito di Dio, sia, applicata all'uomo, la sua capacità di porsi in relazione con Dio (greco: pneuma, "vento, soffio, spirito"). Quindi, con questo termine, l'uomo è visto come un essere che si mette alla ricerca di un rapporto con un Altro. Infine, lev significa "cuore", ma anche qui la traduzione è fuorviante. Può indicare sì l'organo (in greco, kardia) ma non indica mai la sede dei sentimenti. La parola ebraica indica invece la parte più profonda dell'uomo e lo caratterizza come essere in grado di riflettere, di compiere scelte (in greco, questi due concetti sono espressi da nous, "ragione, intelligenza", e synéidesis, "coscienza"). Quindi queste parole ci parlano dell'uomo, che può essere visto sotto diverse angolazioni, e ogni volta cogliamo un aspetto diverso della sua essenza, senza che venga meno la sua unità. Un po' come un cilindro che, visto da sopra, ci appare come un cerchio, visto di lato lo vediamo come un rettangolo.

Andiamo ora a leggere alcuni passi biblici.

LA GENESI

La Genesi (e la Bibbia in genere) non pretende essere un testo biologico, tantomeno di avere esattezza cronologica. La Genesi, in particolare, è una raccolta di riflessioni e di storie, anche personali, che rendano conto dell'esperienza con Dio, dell'ispirazione che ci ha lasciato dentro. Qui il linguaggio si fa simbolico, per riflettere sulla naura umana. Due sono i racconti che parlano della creazione dell'uomo (sempre sotto forma di racconto mitologico, e non cronologico).

GENESI 1
26 E Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».
27 Dio creò l'uomo a sua immagine;
a immagine di Dio lo creò;
maschio e femmina li creò.
28 Dio li benedisse e disse loro:
«Siate fecondi e moltiplicatevi,
riempite la terra;
soggiogatela e dominate
sui pesci del mare
e sugli uccelli del cielo
e su ogni essere vivente,
che striscia sulla terra».

Il primo brano coglie l'aspetto relazionale dell'uomo. L'uomo creato a "immagine e somiglianza" di Dio significa un essere in grado di porsi in dialogo con Dio, un essere che può parlare e ascoltare. Qui l'uomo è detto ish e ishah. Il verbo dominare (tradotto non appropriatamete) non indica tanto un dominio ma uno stare insieme, una comune origine terrestre, mentre l'invito a essere fecondi non si riferisce solo alla procreazione ma anche alla produzione intellettuale, alla creatività in genere.

GENESI 2
7 allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente. [...] 18 Poi il Signore Dio disse: «Non è bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile». 19 Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all'uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l'uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. 20 Così l'uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche, ma l'uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile. 21 Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. 22 Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo. 23 Allora l'uomo disse:
«Questa volta essa
è carne dalla mia carne
e osso dalle mie ossa.
La si chiamerà donna
perché dall'uomo è stata tolta».
24 Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne. 25 Ora tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna.

In questo secondo racconto della Genesi, un altro autore riflette più profondamente sulla natura umana e ci presente l'uomo in se stesso. Innanzitutto vediamo un uomo che è stato creato "polvere della terra": il testo ebraico dice in realtà "è stato plasmato polvere del suolo", e non "con polvere del suolo". Quindi è chiaro che qui adam non è nome proprio ma indica la provenienza dalla terra e la fragilità dell'essere umano. Poi Dio gli soffia lo spirito vitale - nephesh - che penetra dentro di lui e lo rende vivo. L'uomo è quindi un'unicità di fragilità e vita.
Ma l'uomo all'inizio è solo. La donna è creata per essere una persona che gli stia di fronte (questo il senso di "che gli sia simile", come prima l'uomo creato a somiglianza di Dio), che instauri con lui una relazione dialogica di pari dignità. In un certo qual modo, l'autore vuole uscire dalla mentalità dell'epoca in cui la donna era considerata poco più di nulla (senza però andare troppo oltre). La parte in versi gioca sulle parole ebraiche ish e ishah - gioco ovviamente irriproducibile nella lingua italiana. Ora capiamo meglio le parole, altrimenti incomprensibili, "si chiamerà donna perché dall'uomo è stata tolta".
La nudità indica una relazione equilibrata, turbata solo in seguito dalla disobbedienza a Dio: voler vivere a prescindere da Dio è causa di turbamento e di disagio.

Da quanto leggiamo dalla Genesi possiamo concludere che, sebbene presenti elementi di negatività (fragilità), in definitiva, però, la corporeità è globalmente concepita in maniera più che positiva nella mentalità e nella cultura ebraica.

IL CANTICO DEI CANTICI
Questo bellissimo testo è nato come una riflessione ed esaltazione dell'amore umano, raccontato nei suoi aspetti piiù realistici. Questo lo vediamo in quanto l'amore è presentato come sentimento e desiderio (eros), come philia (rapporto amicale, fondato sul dialogo, sul colloquiare) e come dono gratuito (agape). Si tratta quindi di una esaltazione della positività della corporeità e dell'amore tra uomo e donna. La negatività in questo rapporto consiste unicamente nel voler vivere a prescindere da Dio, perché questo può incrinare anche l'amore che all'inizio sembrava saldissimo. In seguito, questo libro della bibbia è anche passato ad indicare, simbolicamente, l'amore tra l'uomo e Dio, sempre nell'ottica che la massima espressione di amore, quella che coinvolge l'uomo in tutti i suoi aspetti, è quella tra uomo e donna.

MATTEO 19
3 Allora gli si avvicinarono alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?». 4 Ed egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: 5 Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? 6 Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi». 7 Gli obiettarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l'atto di ripudio e mandarla via?». 8 Rispose loro Gesù: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così. 9 Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un'altra commette adulterio».
10 Gli dissero i discepoli: «Se questa è la condizione dell'uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». 11 Egli rispose loro: «Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso. 12 Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni t sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».

In questo brano, le parole di Gesù sono durissime (tutto sommato, anche la legge lo era, perché la donna non poteva mica ripudiare il marito, lei!) ma ci ricordano che il matrimonio deve essere illuminato dal rapporto con Dio. Senza il suo supporto, tutto ciò che abbiamo perirebbe, perderebbe senso.

SAN PAOLO

1 CORINTI 6
12 «Tutto mi è lecito!». Ma non tutto giova. «Tutto mi è lecito!». Ma io non mi lascerò dominare da nulla. 13 «I cibi sono per il ventre e il ventre per i cibi!». Ma Dio distruggerà questo e quelli; il corpo poi non è per l'impudicizia, ma per il Signore, e il Signore è per il corpo. 14 Dio poi, che ha risuscitato il Signore, risusciterà anche noi con la sua potenza.
15 Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Prenderò dunque le membra di Cristo e ne farò membra di una prostituta? Non sia mai! 16 O non sapete voi che chi si unisce alla prostituta forma con essa un corpo solo? I due saranno, è detto, un corpo solo. 17 Ma chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito. 18 Fuggite la fornicazione! Qualsiasi peccato l'uomo commetta, è fuori del suo corpo; ma chi si dà alla fornicazione, pecca contro il proprio corpo. 19 O non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi? 20 Infatti siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo!

Spesso le parole di San Paolo sono state mal interpretate: questo avviene quando delle frasi sono estrapolate da un contesto, e quando non si tiene conto dell'occasione in cui sono state pronunciate e delle realtà a cui facevano riferimento (che i suoi contemporanei avevano ben presenti). Qui Paolo parlava agli abitanti della città di Corinto, nell'antica Grecia (quindi pensiamo già agli dei, ai templi, alla diversa mentalità di cui si parlava all'inizio). Quando si parla di prostituzione, si fa riferimento anche all'idolatria. Sappiamo infatti che il culto della dea Venere, soprattutto a Corinto, prevedeva la prostituzione sacra, che aveva come scopo iniziale quello di immagazzinare l'energia vitale proveniente dalla dea attraverso l'unione carnale con sacerdotesse. Ora è quindi chiaro come la fornicazione di cui parla Paolo racchiude in sé anche l'idolatria. Ma chi riceve il Battesimo e la Cresima, diventa tempio della Parola di Dio, e dobbiamo ricordare che siamo stati amati da Gesù, fino all'ultima goccia di sangue.

EFESINI 5
21 Siate sottomessi gli uni agli altri nel timore di Cristo.
22 Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; 23 il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, lui che è il salvatore del suo corpo. 24 E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto.
25 E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, 26 per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell'acqua accompagnato dalla parola, 27 al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata. 28 Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo, perché chi ama la propria moglie ama se stesso. 29 Nessuno mai infatti ha preso in odio la propria carne; al contrario la nutre e la cura, come fa Cristo con la Chiesa, 30 poiché siamo membra del suo corpo. 31 Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola. 32 Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! 33 Quindi anche voi, ciascuno da parte sua, ami la propria moglie come se stesso, e la donna sia rispettosa verso il marito.

Anche stavolta dobbiamo tener conto della cultura in cui nascono queste parole: a quel tempo, il marito era il capo della famiglia, su questo non ci piove. Ma bisogna sempre saper distinguere la mentalità del tempo dal messaggio di Dio. E senza dubbio, Paolo non si risparmia nel predicare, con quanto ardore possibile, l'amore per la moglie da parte del marito.

Per concludere, ecco alcune citazioni che rappresentano più che altro curiosità, per sorridere un po'!!!! Qo 7, 26-28; Sir 25, 12-26, 18 + 9, 1-9; Pr 5, 1-23 + 7, 1-27.

lunedì 5 maggio 2008

2 maggio - Cena dei popoli

Cos'è stata la cena dei popoli? In sintesi, chi di noi ha partecipato ha sperimentato e visualizzato in questo incontro "laboratorio" la disparità tra le condizioni di vita tra i diversi popoli. La serata, animata da un ragazzo del Sermig di Torino, ci ha visti simulare un banchetto dove ognuno era chiamato ad immedesimarsi con un suo alter ego di un paese al quale, casualmente, veniva assegnato. Ecco quindi che chi di noi aveva avuto in sorte di "rinascere" in un qualsiasi paese del Sud del mondo ha avuto la sventura di vedersi servito un misero pasto, seduto a terra, mentre di fronte un ricco banchetto era stato imbandito per chi di noi aveva avuto la fortuna di rinascere europeo o nordamericano, ecc.
La seconda parte della serata è stata costruita a partire dalle osservazioni delle dinamiche e delle impressioni sperimentate da noi commensali. Quando ci rivedremo ne potremo riparlare. Vi ricordiamo quindi che mercoledì 7 ci sarà l'incontro.

sabato 26 aprile 2008

AVVISO PROX INCONTRI

La settimana prossima abbiamo pensato di sostituire l'incontro del 29 aprile con l'iniziativo della Cena dei Popoli, che si inserisce all'interno della Scuola di Pace 2008. Si tratta di una sorta di gioco di ruolo in cui ognuno sarà assegnato ad un paese e mangerà secondo quanto si mangia effettivamente in quel paese: così, chi capita nel primo mondo si potrà abbufare, ma chi capita nel terzo mondo rischia di non mangiare quasi niente. Perché il gioco sia realistico, non bisogna venire cenati, il consiglio è di fare merenda ma non troppo tardi. Informazioni tecniche: l'iniziativa avrà luogo venerdì 2 maggio alle ore 21h00 presso l'Asilo Ricci, ma bisogna prenotarsi entro il 30 aprile, quindi entro domenica 27 aprile (ops! è domani!) vorremmo sapere chi viene effettivamente (basta un sms o un'email agli educatori) e poi ci pensiamo noi a contattare gli organizzatori. Siccome mi sembra di aver capito che siete intenzionati a venire, se c'è qualcuno che si sveglia tardi possiamo essere elastici, ma la data fornita dagli organizzatori è categorica!!!! Poi gli incontri riprenderanno normalmente la settimana successiva. E ricordatevi anche che entro il 4 maggio va versata la caparra della convivenza!!!!


AGGIORNAMENTI:

Vi annuncio che abbiamo prenotato per 8 persone per la cena dei popoli, quindi se qualcun altro si volesse aggiungere può farlo mandare un messaggio a Luca o direttamente al numero nel volantino linkato in questo post.
PROSSIMO INCONTRO: mercoledì 7 maggio
a presto!!!!

giovedì 24 aprile 2008

22 aprile - Il profumo... dell'amore

Prerequisito di quest'incontro è aver visto il film "Il profumo" (o anche aver letto il libro)... Infatti, iniziamo una discussione partendo da 3 domande:
  • cosa ti ha colpito del film?
  • che idea o che aspetti della corporeità vengono fuori?
  • che tipo di amore emerge dal film?
Vediamo di fare un carrellata di quello che è stato detto...
Tra le scene che hanno colpito maggiormente, la scena della nascita di Jean-Baptiste Grenouille, la scena in cui da bambino gli tirano una mela, o anche il fatto che seminava una scia di morte dietro di sé, sia come iettatore che come assassino!
La sua vita ci è sembrata basata sulla ricerca di sensazioni, attraverso l'olfatto, al di fuori di ogni ragione o morale. Questo ci è sembrato una relativizzazione del bene e del male, qualcuno ha parlato anche del protagonista come esteta. Certo è che Grenouille era ossessionato dalle sensazioni olfattive. Tuttavia, questo personaggio non ci suscita odio o orrore, anzi (e nemmeno fossimo inebriati dal miracoloso profumo che ha inventato!) Grenouille ci fa pena, il suo essere diverso, senza odore, è come essere invisibile agli occhi della gente, e la sua storia si risolve nella nullificazione del suo io.
E che dire dell'amore? Grenouille non riceve amore da nessuno, lo può solo immaginare, pensando a come potrebbe essere stato se la ragazza delle prugne lo avesse baciato... ma poi eccola che riappare nell'immobilità della morte... No, nessuno può amare Grenouille, per lui non c'è posto nella società. Non ha più senso neanche il profumo che ha creato, e con cui potrebbe soggiogare il mondo: sarebbe solo un'illusione. Per questo, decide che non gli rimane altro che la morte.
Rileggiamo allora la scena della sua morte, quel fianale così inaspettato. E mettiamolo a confronto con il racconto evangelico dell'Ultima Cena:

Matteo 26,26-29

26 Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: «Prendete e mangiate; questo è il mio corpo». 27 Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, 28 perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati. 29 Io vi dico che da ora non berrò più di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio».


Qualcuno potrebbe dire che si tratta di un accostamento quantomeno inopportuno, per non dire blasfemo. D'altra parte, i cristiani sono stati spesso accusati di cannibalismo, perché "mangiavano" il corpo del loro Dio. Anche oggi ci sono persone malate, psichiatricamente parlando, che desiderano il corpo delle persone dal punto di vista "alimentare", perché attraverso il cannibalismo arrivano al massimo possesso della persona amata, vale a dire dentro di sé. E parallelamente anche persone che vogliono farsi amare a tal punto di farsi mangiare. Ovviamente tutto questo è un reato, un delitto efferato, perché una persona deve perdere la vita, quantunque consenziente. Leggi al riguardo la storia vera del cannibale di Rotenburg, una storia molto recente (ma solo se hai lo stomaco adatto!).
Ma torniamo a Grenouille e a Gesù. La differenza fondamentale è che Grenouille si è voluto far amare in modo estremo, ha dato il proprio corpo in pasto a quel gruppo di gentaglia solo per sentirsi amato lui. Scrive alla fine Süskind che quello era l'unico gesto di amore che essi avessero compiuto. Ma in quelle persone, l'amore non era però vero, perché l'amore non toglie mai la vita della persona amata, l'amore è dono, non sopraffazione.
Il gesto di Gesù, invece, è di spezzare il proprio corpo per amore: è lui che dà, e non per trarne profitto, bensì per salvare l'umanità. Noi siamo quelli che riceviamo, e ricevere il suo corpo e continuare a farne memoria - rivivendolo ogni volta che riceviamo l'Eucaristia - serve per far sì che il suo gesto di amore sia veramente per tutti. "Fare la comunione" significa ricevere Cristo dentro di noi e questa presenza ricevuta collettivamente ci rende unità. Ricordiamo, a scanso di equivoci, che il pane e il vino consacrati non sono meri simboli ma diventano davvero la carne e il sangue di Cristo, unico dono che ci rende liberi dalla schiavitù dell'egoismo e della morte.

sabato 19 aprile 2008

15 aprile - il film

Svelato il tanto atteso mistero, ma solo una persona è quasi riuscita ad indovinarlo, dopo però che il concorso era chiuso, e quindi nessuno si è aggiudicato la pizza gratis. Peccato... bene, per non farla tanto lunga, il film è:

IL PROFUMO - Storia di un assassino

tratto dal romanzo Il profumo del tedesco Patrick Süskind del 1985. Il film invece è del 2007 e riprende il titolo originale del romanzo che in tedesco era appunto Das Parfum – Die Geschichte eines Mörders (dove voi da bravi anglisti riconoscerete la somiglianza tra il tedesco Mörders e l'inglese murderer).

Ecco qualche link al riguardo:

Wkipedia: Il profumo
Scheda del film su MyMovies
Recensione su 35mm
Recensione su FilmUP

E scusate il ritardo per la pubblicazione di questo articolo! Prossimo incontro: martedì 22 aprile alle 21h15 al centro sociale (si comincerà con la discussione del film, quindi tenete fresca la memoria!!!)

8 aprile - Corpo, dipendenze e ossessioni

Torniamo a parlare di un aspetto negativo della corporeità, che per semplificare riassumiamo l'espressione del "corpo che mi domina". Le dipendenze possono essere di vario genere ed essere più strettamente legate al corpo, o meglio, a sostanze che assumiamo e che ci procurano una sorta di sballo (alcol, fumo, droga), o anche un rapporto alterato con il cibo (anoressia, bulimia). Ma le dipendenze possono anche non essere legate a sostanze (e quindi non direttamente al corpo) - le cosiddette dipendenze senza sostanze - che comprendono, per esempio, strumenti di comunicazione come il cellulare, la televisione, internet, ma anche i videogiochi, il gioco d'azzardo e lo shopping compulsivo. Infine abbiamo incluso alcuni fenomeni di "autolesionismo" in cui il rapporto con il corpo risulta alterato, e le ferite inflitte servono da valvola di sfogo di turbamenti interiori. L'incontro consisteva nella lettura a coppie di una serie di materiali, che poi abbiamo discusso insieme:

ALCOL:
Ragazzi che bevono troppo
I consumi alcolici in Italia: analisi e proposte

DROGA:
Marijuana: droga leggera? Ma produce dipendenza
Inchiesta sulla droga
Boom della cocaina nell'UE

ANORESSIA:
Anoressia: un'inchiesta rivela: è più radicato al Nord il "mito" che genera il male

AUTOLESIONISMO:
Quando il corpo racconta la vita: una lettura antropologica dell'autolesionismo
L'autolesionismo adolescenziale (pag 17-18)

Per quanto riguarda le dipendenze senza sostanze, riportiamo questa citazione dall'articolo "Malati di Internet, travolti dallo shopping" (Segno n. 4, aprile 2008):

"Non possiamo parlare di dipendenza quando la persona controlla e usa il mezzo di comunicazione e non lo finalizza come obiettivo delle proprie giornate, del proprio tempo. Quando l'uso di questi nuovi mezzi di comunicazione o di svago diventa abusivo, si trasforma in un quadro patologico che interessa a quel punto non solo la persona, ma la famiglia e l'intera società. Per un aspetto mette in luce un problema, cioè un disagio psicologico delle persone che non riescono a staccarsi da questi strumenti, e per l'altro, come si diceva prima, diventa un fenomeno di disagio sociale. La dipendenza fa emergere un problema della persona e per l'altro [le persone che gli stanno accanto] lo crea. [...] Nella dipendenza patologica la terapia decisiva è "dura": consiste nel non premere il pulsante di accensione dello strumento preferito. È un discorso drastico, ma è l'unica via d'uscita. L'obiettivo primario rimane quello della prevenzione che significa il coraggio, come genitori, educatori, insegnanti e comunità cristiana, di educare a nuotare controcorrente. La forza di saper dire dei no!"

Per dare infine qualche spunto di riflessione, ecco qualche domanda:
  • Questi fenomeni sono sbagliati perché fini a se stessi o c'è un'altra motivazione?
  • Quale idea del corpo danno?
  • Quali sono le mie piccole dipendenze?

sabato 5 aprile 2008

CONTEST - Guess the film!!!

Per l'incontro di 15 aprile abbiamo pensato di vedere un film, per questo inizieremo l'incontro alle 20h00 con cena compresa... ma ci sarà un fortunato a cui offriremo la pizza se riesce ad indovinare il film che vedremo! Per ora gli indizi sono questi:
  • è un film uscito al cinema negli ultimi 10 anni
  • è attinente alla tematica che stiamo affrontando
  • il titolo è composto di parole (aiutone!)
Per partecipare è sufficiente lasciare un commento con il probabile titolo e ovviamente il nome. Ma attenzione, ognuno ha a disposizione solo 3 opportunità!

Affrettatevi, alle 19h45 di oggi il concorso si chiuderà e... chi s'è visto s'è visto!!!!

(un consiglio per chi ha un account gmail: se siete connessi con il vostro account, per esempio tenete aperto gmail in un'altra finestra o scheda, quando andrete a lasciare il commento, blogger "riconoscerà" il vostro account e compare il vostro nome invece di Anonimo!)

venerdì 4 aprile 2008

2 aprile - il corpo e il piacere dei sensi

Continuiamo sulla scia dell'incontro precedente gli aspetti positivi della corporeità. Il nostro corpo ci permette infatti di sperimentare il mondo che ci circonda attraverso i sensi, esperienza che si può dimostrare piacevole e desiderabile... Tralasciamo per questa volta il piacere sessuale e ci concentriamo unicamente sui 5 sensi. Essendo anche questo un incontro basato sulle esperienze corporee, rimane un po' difficile "raccontarlo", ma non bisogna sottovalutare il potere evocativo della parola. Dunque dicevamo... nella stanza ci sono 5 punti senso-piacere, in ognuno erano proposte concretamente delle sensazioni relative a quel senso e un cartellone bianco permetteva di continuare la lista... andiamo con ordine:

VISTA - La natura ci offre splendidi scenari che dilettano i nostri occhi durante tutta la giornata e in qualsiasi posto andiamo. Un tramonto sul mare, l'orizzonte limpido, le montagne innevate, il sole che illumina alberi e case, ma anche la pioggia che cade, e poi le stelle. Le persone che ci sono accanto e gli amici animali. Quadri, film e romanzi, anche la lettura è un piacere che fruiamo attraverso la vista.

UDITO - Ascoltando una musica rilassante che racconta di uccelli che cantano, di acque che scorrono, di flauti e di arpe, ci ritornano alla memoria l'aria cinguettante di primavera, le onde del mare che si infrangono sulla sabbia, la pioggia che batte sul vetro, ma anche il rumore della città, che è pur sempre vita pulsante. Ci ricordiamo della voce delle persone care, le loro risa, o la voce di attori dal timbro suadente, il canto di melodie conosciute ed amate. Sono violini e pianoforti che producono suonu dolci e importanti, sono canzoni forti che ci caricano di energia, che assecondano o condizionano il nostro stato d'animo.

GUSTO - Assaggiando una tenerezza al limone o un cioccolatino, abbiamo ricordato i tanti dolci che amiamo, dalla cioccolata, al gelato, dalla panna alla crema, dalla pasta frolla al mandarino. E per contrasto, ci tornano in bocca anche i sapori delle cose salate, crostini croccanti e saporiti, parmigiano deciso, il piccante del peperoncino, del curry e della paprika, la semplicità gustosa di una pizza. Ma anche caffè, vino bianco, limone.


ODORATO - Mentre il fumo dell'incenso al muschio bianco sale verso l'alto e si spande per la stanza, nella nostra mente riaffiorano il profumo dei gelsomini notturni, del prato, della vaniglia e dei limoni... dalla cucina arrivano l'odore del caffè, del tè caldo, dei cibi in cottura... e ancora il profumo di panni puliti, del bagnoschiuma e... della benzina!

TATTO - Finiamo con questo senso spesso lasciato in disparte, e per dare un input, un massaggio alle spalle e una antistress con cui giocherellare! subito ci viene in mente il contatto umano, le carezze alle mani e ai capelli, e poi l'acqua che scorre sul corpo, il calore del sole, la sabbia o l'erba sotto i piedi scalzi. Ma anche le stoffe sono una fonte di piacere: una T-shirt fresca sul corpo accaldato di una giornata d'estate, il calore del pile quando fa freddo, le stoffe lisce come la seta o il raso da accarezzare. E infine, il tappo della penna a scatto!

Prendiamo ora due versi tratti dal Don Juan di Byron:

'T is pity though, in this sublime world, that
Pleasure 's a sin, and sometimes sin 's a pleasure;

E purtroppo in questo mondo sublime
il piacere è peccato, e a volte il peccato un piacere

Quindi a questo punto ci chiediamo, se i sensi ci permettono di sperimentare delle situazioni di piacere,

Esiste un limite al piacere?

La nostra cultura di stampo cristiano, così come si è venuta creare nei secoli, ha plasmato una concezione del corpo come contenitore dell'anima, come qualcosa che imprigiona la nostra parte buona e quasi divina e la spinge verso la corruzione. Questa visione è in un certo qual modo sedimentata dentro di noi e ci fa percepire il piacere come qualcosa da evitare - ad esempio, i cosiddetti peccati di gola. Ma possiamo anche vedere i sensi come un dono di Dio e il piacere, qualcosa per cui ringraziarlo.

Il piacere può comunque diventare negativo se diventa il fine della vita, se il suo perseguimento surclassa il nostro rapporto con gli altri. Quindi un limite del piacere può essere appunto questo, che il piacere non diventi qualcosa di ossessivo, che totalizza la nostra esistenza.

Concludiamo con questa preghiera degli Indiani Chippewa:

O Grande Spirito, tua è la voce che odo nel vento,
tuo è l'alito che dà vita a tutto il mondo.
Io sono piccolo e debole:
la tua forza e saggezza mi sostengano.
Fammi camminare nel bello
e i miei occhi vedano il tramonto color porpora.
Fa' che le mie mani rispettino le cose che tu hai creato.
Fa' le mie orecchie acute per sentire la tua voce.
Dammi la sapienza di comprendere i tuoi insegnamenti.
Fammi conoscere i segreti
che hai nascosto nell'erba e nella roccia.
Dammi la forza non per superare il mio fratello
ma per combattere il mio maggior nemico: me stesso.
Fammi essere sempre pronto a venire da te
con le mani pure e gli occhi giusti.
Così quando la mia vita sfumerà come il sole al tramonto,
il mio spirito potrà giungere a te senza vergogna.


sabato 29 marzo 2008

RIUNIONE CONVIVENZA

La Convivenza 2008 lentamente si avvicina!!!!!! e quindi abbiamo fissato una prima riunione informativa per i genitori, che si terrà

GIOVEDÌ 3 APRILE
alle 21h15 in parrocchia (per iniziare alle 21h30)

Questa riunione non è assolutamente impegnativa ma serve per introdurre il significato della convivenza all'interno del percorso annuale che seguiamo in parrocchia.

RIASSUNTO DELLA RIUNIONE

La convivenza è dal 26 luglio al 2 agosto all'hotel Dolomiti a Polsa di Brentonico (provincia di Trento). Il costo è 295 € come l'anno scorso, la caparra di 150 € deve essere versata entro il 4 maggio. Si può lasciare in parrocchia a un sacerdote oppure a Francesca Brunetti o Emanuele Moscarino. Per i minorenni è richiesta l'autorizzazione scritta dei genitori, il modulo si trova nel volantino.

25 marzo - Corpo e comunicazione

Questo incontro è un po' difficile da raccontare via blog...

Abbiamo iniziato con una simulazione di una chat! ognuno aveva un foglio su sui scrivere il proprio nick, il messaggio personale e una foto. Poi si inizia a chattare, ma si può solo scrivere: niente parole, niente risate, niente gesti, si può solo alzare il foglio e scuoterlo per attirar l'attenzione, come un trillo del messenger. Tema della discussione: le vacanze pasquali.

Poi, BLACK OUT!!!

E si continua la conversazione faccia a faccia, con qualche bevanda e un po' d'uovo di cioccolata per allietare gli spiriti.

Beh, è ovvio che le differenze ci sono! Ormai con la chat è diventato così semplice dire certe cose, viceversa diventa più difficile dire le stesse cose di persona: per dire "ti voglio bene" bastano 3 lettere - tvb - ed è fatto. Chattare è senza dubbio una comodità, sia per comunicare velocemente e senza spendere, sia per parlare con amici che abitano molto lontano da noi. Però la chat spesso toglie spazio alla comunicazione personale e i nostri rapporti cambiano totalmente: qualcuno arriva anche a litigare via chat (una cosa che per qualcuno di noi è impensabile).

Ma torniamo al nostro discorso sul corpo. Con la chat, infatti, si annullano tutta una serie di mezzi espressivi molto efficaci che solo il nostro corpo ci fornisce. Basta pensare al tono di voce, alla gestualità, al gioco degli sguardi, ai sorrisi e alle espressioni facciali, ma anche la vicinanza dei corpi, il calore, gli abbracci, i "cazzotti"... per alcune di queste risorse cerchiamo di aggirare il problema in chat con le emoticon e gli smile - ma il paragone non tiene! d'altra parte, il nostro corpo è così prepotentemente espressivo che non possiamo fare a meno di controllarlo: come trattenere le risa in una situazione esilarante, o il rossore, la sudarella, la pelle d'oca? però anche questo, che può sembrare l'aspetto negativo del corpo nella comunicazione, ha i suoi risvolti positivi a livello comunicativo: il rapporto viene costruito sulla spontaneità e sulla sincerità, e anche i silenzi si fanno pregnanti, e possono essere imbarazzanti oppure densi e significativi.

L'incontro si conclude con la lettura di un brano tratto dal libro Il Corpo di Luciano Manicardi (2005, Qiqajon):

Il corpo è il nostro modo di essere nel mondo, di prendervi parte, di rispondere ai suoi molteplici richiami e alle sue sollecitazioni di gioia o di dolore, cose tutte che plasmano il nostro corpo, fino a renderlo immagine fedele del nostro carattere, di chi noi siamo.

Il corpo viene costruito da noi, dagli altri, dagli eventi, e il credente lo costruisce anche con Dio e nella fede cerca di fare in modo che l’umanità di Gesù plasmi la sua umanità.

La parola facies,faccia”, deriva dal verbo facere, che indica un’attività, e visus, “viso”, deriva dal verbo videre, “vedere”, e indica il fatto che “altri” ci vedono: noi siamo costruiti dalle relazioni che viviamo; lo sguardo dell’altro, a partire da quello dei genitori fino a quello di Dio dà forma alla nostra persona.

Può darsi che lo sguardo di giudizio della madre o lo sguardo severo del padre plasmino un corpo titubante, timoroso ed esitante che, ancora in età adulta, con i suoi gesti incerti ed imbarazzati traduce la paura dello sguardo e del giudizio altrui, l’angoscia di chi cerca esternamente a sé conferme al suo diritto di esistere e di essere ciò che è.

Una delle ragioni fondamentali per cui è importante riflettere sulla visione biblica del corpo umano è la seguente: “Il corpo è compreso come Dio è compreso” e, più in profondità, il modo di relazionarsi con il proprio corpo esprime e riflette il modo in cui ci si relaziona a Dio.


Mi dispiace, questo incontro non rende assolutamente se viene solo letto, ma vi assicuro che dal vivo è stato davvero coinvolgente! provare, per credere!!!!!

N.B.: il prossimo incontro sarà mercoledì 2 aprile, perché il primo martedì del mese come al solito c'è la riunone di ri-animazione al centro sociale. A mercoledì!!!!

P.S.: E per chi c'è, questa domenica prepariamo la messa delle 12h15, quindi il ritrovo è alle 11h55 in sagrestia. Ciao!!!!

lunedì 17 marzo 2008

Settimana Santa

Durante la Settimana Santa, gli incontri non ci saranno, perché la settimana è già ricca di iniziative, incontri e celebrazioni. Guarda il programma della settimana santa della parrocchia immacolata, a cui aggiungiamo alcune precisazioni:
  • la via crucis a cui partecipiamo è quella che parte da via filiberto (davanti al supermercato);
  • per la lavada dei piedi ci si può trovare alle 18 davanti alla chiesa, ci saranno anche i ragazzi delle medie;
  • la veglia a cui partecipiamo è la prima, che comincia alle 21h30, quindi un'ora prima rispetto agli anni passati;
  • venderdì dalle 12h30 alle 15 alle monachette (rotonda di villabona, davanti alla sede di scienze della formazione) ci sarà un momento di riflessione sulla passione, che può essere associato al digiuno (notare l'orario che è proprio quello del pranzo). Per eventuali passaggi, non esitate a chiedere;
  • infine, come gruppo, vi invitiamo a partecipare in particolar modo alla lavanda dei piedi (giovedì pomeriggio), all'adorazione eucaristica (giovedì sera), alla meditazione della passione (venerdì a pranzo), all'adorazione della croce (venerdì pomeriggio) e alla veglia pasquale.
Poi lunedì dell'angelo si va tutti a Montecassiano, ancora non si sa l'orario della partenza; ognuno porterà qualcosa da mangiare da mettere insieme. Infine, gli incontri riprendereanno normalmente martedì 25 marzo alle 21h15 al centro sociale.

Ciao e Buona Pasqua!!!!

11 marzo - Corpo e Limite

L'incontro di questa settimana è iniziato con la visione di un spezzone della serie "Dr House", era su cassetta e su youtube non lo trovo... sorry! cmq sarebbe la terza puntata della quarta serie dal titolo "97 seondi". Nella scena che avevamo selezionato, il paziente della puntata è tetraplegico ma la sua situazione peggiora: oltre a non poter camminare, adesso non riesce neanche più a deglutire. Una possibile diagnosi sarebbe un melanoma all'occhio, ma anche nella migliore delle ipotesi, cioè se la terapia per il cancro va a buon fine, gli rimangono pochi mesi di vita. Il ragazzo è stanco e non gli interessa curarsi, perché a questo punto il corpo non gli è che di impiccio, ha perso anche l'ultimo piacere che gli era rimasto, cioè il cibo, perché lo devono nutrire con un sondino. Spera in una vita migliore nell'aldilà, ma House non condivide questa concezione, per lui la vita è solo quello che c'è adesso, anche se uno è costretto a letto senza potersi muovere.

Bene, da questo inizio allegro, andiamo adesso a chiderci se anche il nostro corpo, naturalmente soggetto a malattie e acciacchi vari, è stato per noi un motivo di sofferenza o di dolore, e in che modo abbiamo reagito in situazioni concrete di questo tipo. Per fare questo, ognuno ha un piccolo atlante del corpo umano, dove cerchiare le parti del corpo che ci hanno fatto soffrire e perché. Stavolta abbiamo fatto un passo avanti con la tecnologia e, con l'aiuto dello scanner, ecco l'atlante del corpo umano!!!!!


La seconda parte dell'incontro parte invece dalla lettura di due articoli che ci guidano alla discussione sul limite dell'uomo in quanto corpo.

Il primo articolo, preso da internet, tratta di una scoperta nel mondo animale: una medusa che ringiovanisce, e che è quindi potenzialmente immortale (sempre che nessuno la schiacci, ovviamente...). Per la medicina questo avrebbe risvolti senzazionali: a ben vedere, la medicina e la tecnologia del mondo d'oggi sembrano orientate verso il superamento di limiti imposti all'uomo dalla sua natura corporea, quindi le malattie, la fragilità del corpo e l'invecchiamento, che puntano tutti verso il limite ultimo dell'uomo che è la morte.

Il secondo articolo è tratto invece dal libro di Martini "Sul corpo", che ci è anche di guida per la preparazione di questa serie di incontri. Qui la malattia è invece vista come un "promemoria" della nostra limitatezza: di fronte alla malattia, emerge la debolezza e la fragilità della nostra conduzione umana.

Alla luce di questi spunti,
  • che idea ho del limite imposto dal mio corpo?
  • come vivo il limite del corpo?
Il limite quindi può essere sia qualcosa di totalmente negativo, che deve essere superato o tenuto nasconsto, oppure può essere un punto fermo, che ci dice fin dove arriviamo e poi... ci mettiamo il cuore in pace. E la morte può essere una causa di paura, di angoscia, che non ci permette di vivere serenamente, oppure la possiamo sentire più lontana, o comunque saperla accettare con serenità, visto che tanto c'è e prima o poi verrà.

domenica 9 marzo 2008

5 marzo - Il Culto del Corpo

¡Hola a todos!

E Benvenuti nel Tempio del Corpo! ma no, cosa andate a pensare... non siamo mica impazziti! Ci eravamo lasciati dicendo che avremma affrontato il tema della corporeità... ecco, appunto: oggi partiamo da tutta quelle serie di attenzioni che nella società di oggi si danno al corpo, tanto che risulta quindi giustificata la definizione di Culto del Corpo. Ma iniziamo da qualche spunto da giornali, internet e compagnia bella. Come una vera e propria religione, partiamo dall'oggetto del culto, che qui è per noi rappresentato da questi due personaggi, che riconoscerete sicuramente:












Non c'è bisogno di dire altro, giusto? Bene, passiamo ora ai modelli che la nostra religione ci propone, che possiamo quindi chiamare le devozioni, come un elenco di santi, beati & co:



Ogni religione che si rispetti ha anche i suoi riti, che nel nostro caso vanno un po' fuori da quello che ci aspetteremmo, per esempio:



È certo, però, che per essere belli la nostra religione ci richiede qualche sacrificio (attenti al primo video, potrebbe dare fastidio ai più sensibili):









Infine, passiamo alla parte più riflessiva, l'ascesi (in effetti, all'incontro era presente anche un oracolo, ma nel caso del culto del corpo altri non è che... uno specchio!). Ma torniamo alla nostra ascesi e chiediamoci:

Qual è il fine? Perché il culto del corpo?

ci siamo risposti così:
  • per stare bene con se stessi, autoaccettazione;
  • per sentirsi stimati e apprezzati, integrazione;
  • per essere dei modelli da imitare;
  • carriera, denaro;
  • spesso il culto del fisico potrebbe colmare, per qualcuno, il vuoto lasciato da un'assenza del "culto" dell'anima.
A questo punto, vediamo di passare sul personale... Ecco alcune domande per la riflessione:
  1. Come reagiamo al culto del corpo? Che ne pensiamo?
  2. Che immagine abbiamo del nostro corpo?
  3. Il corpo rappresenta per me un limite, una risorsa, entrambi, o... ?
Beh, dopo un post supermegagalattico come questo, come non lasciare almeno un commento???? ah ah ah!!!!!!
Ci vediamo al prossimo incontro, martedì 11 alle 21h15!!!!!

venerdì 29 febbraio 2008

¡¡¡¡Prossimo incontro!!!!

Attention please!

Il prossimo incontro sarà non martedì bensì MERCOLEDÌ 5 marzo, sempre alle 21h15 al centro sociale. Martedì 4 marzo, infatti, il centro sociale è impegnato per la riunione di Ri-Animazione, a cui partecipano sia alcuni educatori sia alcuni ragazzi del nostro gruppo. Allora a mercoledì, e mi raccomando, puntualità!!!!!!!!

bye bye!!!

sabato 23 febbraio 2008

ANCORA AVVISI!!!!

1. Domenica mattina, alle 10 in parrocchia, si farà un momento di riflessione/lectio divina, sulla Quaresima, guidato da don Piero, a cui sono invitati a partecipare anche i giovani adulti;

2. martedì prossimo, 26 febbraio, invece dell'incontro andremo a sentire don Nandino Capovilla, alle 21 presso la parrocchia di Collevario. Per altre informazioni, guarda il volantino relativo a questo incontro/testimonianza. Tecnicamente, ci troviamo direttamente davanti alla Chiesa di Collevario, chi ha bisogno di un passaggio si metta in contatto con gli educatori.

Ciao ciao!

mercoledì 20 febbraio 2008

19 febbraio 2008 - Chi è l'uomo?

Iniziamo con stasera l'esperimento degli incontri il martedì dopo cena!

Prima cosa, per chi non è venuto, un rapido riassunto delle pagine precedenti... in sintesi, le nostre domande e le domande a cui le religioni cercano di dare una risposta! per maggiori delucidazioni, avete tutto il blog a disposizione!!!! La domanda che affrontiamo oggi è invece, una domanda semplice semplice:

Chi è l'uomo?

Per rispondere, abbiamo pensato ad una tecnica bellissima: abbiamo steso tutta carta da pacchi bianca per terra, ognuno ci si adagiava in una certa posizione e si faceva disegnare la propria sagoma, per poi decorarla anche con scritte in modo da rappresentare la personale concezione dell'uomo.

Ma prima qualche spunto dalla storia dell'arte!



E tu? che idea hai dell'essere umano?

Di certo è una tematica molto vasta... ma nei prossimi incontri ci concentreremo sull'aspetto della corporeità! a presto!!!!

domenica 17 febbraio 2008

NOVITÀ!!!!!!!!! incontri il martedì sera!!!

Novità assoluta! su richiesta di alcuni di voi, gli incontri sono spostati al martedì dopo cena! È una prova di un mese, per permettere a chi pur essendo interessato non riesce a venire per impegni vari il sabato pomeriggio. Quindi si comincia:

martedì 19 febbraio, alle 21h15, al centro sociale

l'incontro durerà comunque un'oretta e dovremmo finire per le 22h30. Per chi non è mai venuto, sarebbe meglio dare un'occhiata al blog per vedere di cosa abbiamo parlato finora, e non trovarsi completament spaesati.

Vi comunico fin da subito che martedì 26 febbraio proponiamo di partecipare ad un incontro con don Nandino Capovilla presso i locali della parrocchia di Collevario. Don Nandino è referente nazionale della campagna Ponti e non muri promossa da Pax Christi International, un movimento internazionale di pace e responsabile delle azioni in Israele e Palestina per Pax Christi in Italia.

Vi aspettiamo!!!!!!

lunedì 28 gennaio 2008

Avvisi!!!

Alcuni avvisi per il mese di febbraio:
  1. sabato 2 febbraio non faremo l'incontro;
  2. domenica 3 e lunedì 4 febbraio ci sarà la tanto attesa recita di carnevale del Gruppo Giovani della Parrocchia Immacolata, dal titolo "Il Re Leone", alle 21h15 al cinema Excelsior;
  3. mercoledì 13 gennaio stiamo organizzando una cena di gruppo, per ritrovarsi tutti insieme dopo tanto tempo e fare il punto della situazione (andamento degli incontri, partecipazione, nuove proposte, ecc.). Fateci sapere la vostra disponibilità!!!
  4. sabato 9 febbraio non ci sarà l'incontro perché verrà celebrata al duomo alle 18h30 una messa in occasione dei 140 anni dell'Azione Cattolica. Siamo invitati a partecipare!

26 gennaio - La regola d'oro

Concludiamo, con l'incontro di oggi, la tematica del male, che abbiamo affrontato negli incontri precedenti (24 novembre e 1 dicembre), e soffermiamoci a parlare dell'altra faccia della medaglia, ossia del bene. Abbiamo visto che almeno le tre grandi religioni monoteiste, ebraismo, cristianesimo e islam, hanno una visione abbastanza simile del male, in particolare del male commesso dall'uomo, che consiste, a grandi linee, nell'allontanarsi da Dio oppure nel lasciarsi prendere dall'egoismo nel rapporto con gli altri.

Iniziamo con un gioco di ruolo: una persona sarà Dio, che dovrà giudicare 4 personaggi, ma solo uno potrà essere salvato. I personaggi sono (riassumendo molto):
  1. Uno studente ateo che si dedica ad "opere di bene";
  2. Una ragazza che lavora per di Medici senza frontiere in Afghanistan, che si è sposata con un musulmano e si è convertita all'Islam;
  3. Un imprenditore truffaldino che va in Chiesa tutte le domeniche e fa il catechista in parrocchia;
  4. Una donna in crisi matrimoniale che trova nuova speranza (ma anche un nuovo amore) in un gruppo ecclesiastico cattolico.
In effetti, per decidere chi si salva, è necessario stabilire un criterio: la fede, il numero di opere buone, il numero di opere cattive, tanto per fare qualche esempio.

Vediamo ora un pezzo tratto dal film "Schindler's list" (su YouTube ho trovato solo uno spezzone di quello che abbiamo visto agli incontri ed è in inglese...)



Oskar Schindler, imprenditore ceco iscritto al partito nazista, fa di tutto per salvare un gruppo di ebrei: prepara una lista di ebrei che dovranno servirgli come manodopera in una fabbrica di armamenti. Per ottenere questo, spende tutto il suo denaro corrompendo funzionari del regime nazista. Quando la guerra finisce, deve fuggire perché ufficialmente è un criminale: agli occhi di tutti aveva schiavizzato 1100 ebrei. Nel 1967, però, la commissione israliana dello Yad Vashem decide di riconoscere Schindler "Giusto fra le nazioni", un'onoreficenza che gli ebrei attribuiscono ai non ebrei che seguono la via della rettitudine.

Vediamo ora la posizione della Chiesa cattolica rispetto alle altre religioni, che è contenuta nel documento del Concilio Vaticano II intitolato Nostrae Aetate, Dichiarazione sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane. La Chiesa "considera con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che, quantunque in molti punti differiscano da quanto essa stessa crede e propone, tuttavia non raramente riflettono un raggio di quella verità che illumina tutti gli uomini".

Per salvarsi (riducendo la questione all'osso), al credente sono richieste fede e amore. Questa è la regola d'oro, che in parole bibliche sarebbe: "Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Ama il tuo prossimo come te stesso" (Mt 22, 37.39b). Chi però è ateo si può salvare lo stesso se vive quell'amore verso il prossimo che Cristo ha predicato. Allora viene da chiedersi: Non possiamo fare a meno di credere per salvarci? Non basta amare? Questa domanda è però un trabocchetto: se non crediamo, scompare il problema della salvezza. Perderemmo invece la fede e rinnegheremmo Gesù che è "via, verità e vita". Infatti, se a coloro che non credono in Cristo è "abbonata" la mancanza di fede, perché per vari motivi non l'hanno potuto conoscere, a noi che crediamo ci sarà "imputato" il fatto di aver rinnegato la fede! Allora non avremmo davvero niente, perché avremmo anche perso la motivazione del nostro amare.

lunedì 21 gennaio 2008

19 gennaio - Perché leggiamo ancora l'Antico Testamento?

Dopo quasi due mesi... con l'anno nuovo si ricomincia!

Alla fine dell'incontro del 24 novembre, ci eravamo lasciati con degli interrogativi irrisolti. Analizzando e confrontando brani dell'Antico Testamento (d'ora in poi, AT!) e del Corano, sembrava quasi che ne emergesse una figura di Dio vendicatore, tanto diverso dal Dio misericordioso del Nuovo Testamento (NT). Quindi nasce spontanea la domanda: Perché leggiamo ancora l'AT?

L'incontro inizia con un gioco: bisogna associare ad una serie di brani biblici il libro da cui sono stati tratti (indicando se si tratta dell'AT o del NT), e poi rispondere a due domande:
  • Quale brano mi ha colpito di più, in positivo e in negativo?
  • Che idea mi sono fatto dell'AT e del NT?
Se ti va, puoi andare alla pagina con i brani (dove poi troverai anche un link alle risposte!!!) così anche tu puoi metterti alla prova...

I brani sono stati scelti appositamente in modo che ci fossero testi molto duri o molto dolci sia dell'AT che del NT.

Prendiamo ora altri due brani, le letture di due domeniche fa:

Vangelo: Mt 3, 13-17

13 In quel tempo Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui. 14 Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?». 15 Ma Gesù gli disse: «Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia». Allora Giovanni acconsentì. 16 Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. 17 Ed ecco una voce dal cielo che disse: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto».

Prima lettura: Is 42, 1-7

1 Ecco il mio servo che io sostengo,
il mio eletto di cui mi compiaccio.
Ho posto il mio spirito su di lui;
egli porterà il diritto alle nazioni.
2 Non griderà né alzerà il tono,
non farà udire in piazza la sua voce,
3 non spezzerà una canna incrinata,
non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta.
Proclamerà il diritto con fermezza;
4 non verrà meno e non si abbatterà,
finché non avrà stabilito il diritto sulla terra;
e per la sua dottrina saranno in attesa le isole.
5 Così dice il Signore Dio
che crea i cieli e li dispiega,
distende la terra con ciò che vi nasce,
dà il respiro alla gente che la abita
e l'alito a quanti camminano su di essa:
6 «Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia
e ti ho preso per mano;
ti ho formato e stabilito come alleanza del popolo
e luce delle nazioni,
7 perché tu apra gli occhi ai ciechi
e faccia uscire dal carcere i prigionieri,
dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre.

La giustizia di cui si parla non è quella dell'uomo, ma è la fedeltà a Dio e alla sua legge. Gesù si sottomette a questa giustizia, per inserirsi nel progetto di Dio che è stato portato avanti dal popolo di Israele a partire da Abramo. Il Vangelo ci presenta 4 immagini:
  • Gesù uscì dall'acqua: al battesimo, che significa immersione, fa seguito una rinascita, che preannuncia la risurrezione;
  • si aprirono i cieli: si apre il mondo di Dio, non c'è più separazione tra il mondo umano e quello divino, si può conoscere il progetto di Dio;
  • lo Spirito di Dio scese come una colomba: richiama lo Spirito di Dio che aleggiava sopra il mondo informe prima della creazione;
  • ecco una voce dal cielo che disse: è una voce potente, come quella del tuono, una voce che si moltiplica come l'eco.
Per parlare all'uomo, Dio usa la lingua dell'uomo. Una lingua riflette la cultura e il modo di pensare dei suoi parlanti in un determinato periodo storico. Ci sono immagini e modi di dire che erano assolutamente familiari a chi leggeva le Scritture a quei tempi, perché vi confluiva la realtà di allora. Quando leggiamo la Bibbia dobbiamo quindi tener presente questo, che non significa pensare che non sia più valida perché scritta per gli uomini di un tempo che non c'è più, ma che deve essere analizzata alla luce del contesto in cui è stata prodotta. Dobbiamo anche tener presente che la Bibbia, essendo composta di vari libri, è formata anche da vari generi letterari: poetici, narrativi, ecc. Non dobbiamo quindi neanche ricadere nell'errore di leggere il linguaggio metaforico alla lettera, perché è solo un modo di esprimere con più forza certi concetti.

La Bibbia, in quanto testo, è anche un fitto tessuto di rimandi testuali da un passo all'altro, che un ebreo del tempo avrebbe colto immediatamente, ma noi abbiamo qualche difficoltà. Conoscere l'AT serve quindi per una migliore comprensione del NT. Ma non solo: chi crede, vi vede anche il compimento, la prosecuzione del messaggio di Dio. Leggendo il Vangelo di Matteo, quando si parla di "figlio mio prediletto, in cui mi sono compiaciuto", ci ricordiamo che si tratta della promessa fatta in Isaia: "Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito sopra di lui, egli porterà il diritto alle nazioni." Il figlio di Dio verrà quindi nella debolezza, si farà fragile, come un servo che non conta niente, ma la sua proclamazione sarà forte. In tutto questo, il battesimo di Gesù rappresenta un po' il passaggio di testimone dall'AT al NT: Dio è venuto sulla Terra con Gesù di Nazareth, ma continua a parlare agli uomini come aveva sempre fatto, e come continuerà a fare, con grande e dolcissimo amore verso le sue creature.