sabato 26 aprile 2008

AVVISO PROX INCONTRI

La settimana prossima abbiamo pensato di sostituire l'incontro del 29 aprile con l'iniziativo della Cena dei Popoli, che si inserisce all'interno della Scuola di Pace 2008. Si tratta di una sorta di gioco di ruolo in cui ognuno sarà assegnato ad un paese e mangerà secondo quanto si mangia effettivamente in quel paese: così, chi capita nel primo mondo si potrà abbufare, ma chi capita nel terzo mondo rischia di non mangiare quasi niente. Perché il gioco sia realistico, non bisogna venire cenati, il consiglio è di fare merenda ma non troppo tardi. Informazioni tecniche: l'iniziativa avrà luogo venerdì 2 maggio alle ore 21h00 presso l'Asilo Ricci, ma bisogna prenotarsi entro il 30 aprile, quindi entro domenica 27 aprile (ops! è domani!) vorremmo sapere chi viene effettivamente (basta un sms o un'email agli educatori) e poi ci pensiamo noi a contattare gli organizzatori. Siccome mi sembra di aver capito che siete intenzionati a venire, se c'è qualcuno che si sveglia tardi possiamo essere elastici, ma la data fornita dagli organizzatori è categorica!!!! Poi gli incontri riprenderanno normalmente la settimana successiva. E ricordatevi anche che entro il 4 maggio va versata la caparra della convivenza!!!!


AGGIORNAMENTI:

Vi annuncio che abbiamo prenotato per 8 persone per la cena dei popoli, quindi se qualcun altro si volesse aggiungere può farlo mandare un messaggio a Luca o direttamente al numero nel volantino linkato in questo post.
PROSSIMO INCONTRO: mercoledì 7 maggio
a presto!!!!

giovedì 24 aprile 2008

22 aprile - Il profumo... dell'amore

Prerequisito di quest'incontro è aver visto il film "Il profumo" (o anche aver letto il libro)... Infatti, iniziamo una discussione partendo da 3 domande:
  • cosa ti ha colpito del film?
  • che idea o che aspetti della corporeità vengono fuori?
  • che tipo di amore emerge dal film?
Vediamo di fare un carrellata di quello che è stato detto...
Tra le scene che hanno colpito maggiormente, la scena della nascita di Jean-Baptiste Grenouille, la scena in cui da bambino gli tirano una mela, o anche il fatto che seminava una scia di morte dietro di sé, sia come iettatore che come assassino!
La sua vita ci è sembrata basata sulla ricerca di sensazioni, attraverso l'olfatto, al di fuori di ogni ragione o morale. Questo ci è sembrato una relativizzazione del bene e del male, qualcuno ha parlato anche del protagonista come esteta. Certo è che Grenouille era ossessionato dalle sensazioni olfattive. Tuttavia, questo personaggio non ci suscita odio o orrore, anzi (e nemmeno fossimo inebriati dal miracoloso profumo che ha inventato!) Grenouille ci fa pena, il suo essere diverso, senza odore, è come essere invisibile agli occhi della gente, e la sua storia si risolve nella nullificazione del suo io.
E che dire dell'amore? Grenouille non riceve amore da nessuno, lo può solo immaginare, pensando a come potrebbe essere stato se la ragazza delle prugne lo avesse baciato... ma poi eccola che riappare nell'immobilità della morte... No, nessuno può amare Grenouille, per lui non c'è posto nella società. Non ha più senso neanche il profumo che ha creato, e con cui potrebbe soggiogare il mondo: sarebbe solo un'illusione. Per questo, decide che non gli rimane altro che la morte.
Rileggiamo allora la scena della sua morte, quel fianale così inaspettato. E mettiamolo a confronto con il racconto evangelico dell'Ultima Cena:

Matteo 26,26-29

26 Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: «Prendete e mangiate; questo è il mio corpo». 27 Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, 28 perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati. 29 Io vi dico che da ora non berrò più di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio».


Qualcuno potrebbe dire che si tratta di un accostamento quantomeno inopportuno, per non dire blasfemo. D'altra parte, i cristiani sono stati spesso accusati di cannibalismo, perché "mangiavano" il corpo del loro Dio. Anche oggi ci sono persone malate, psichiatricamente parlando, che desiderano il corpo delle persone dal punto di vista "alimentare", perché attraverso il cannibalismo arrivano al massimo possesso della persona amata, vale a dire dentro di sé. E parallelamente anche persone che vogliono farsi amare a tal punto di farsi mangiare. Ovviamente tutto questo è un reato, un delitto efferato, perché una persona deve perdere la vita, quantunque consenziente. Leggi al riguardo la storia vera del cannibale di Rotenburg, una storia molto recente (ma solo se hai lo stomaco adatto!).
Ma torniamo a Grenouille e a Gesù. La differenza fondamentale è che Grenouille si è voluto far amare in modo estremo, ha dato il proprio corpo in pasto a quel gruppo di gentaglia solo per sentirsi amato lui. Scrive alla fine Süskind che quello era l'unico gesto di amore che essi avessero compiuto. Ma in quelle persone, l'amore non era però vero, perché l'amore non toglie mai la vita della persona amata, l'amore è dono, non sopraffazione.
Il gesto di Gesù, invece, è di spezzare il proprio corpo per amore: è lui che dà, e non per trarne profitto, bensì per salvare l'umanità. Noi siamo quelli che riceviamo, e ricevere il suo corpo e continuare a farne memoria - rivivendolo ogni volta che riceviamo l'Eucaristia - serve per far sì che il suo gesto di amore sia veramente per tutti. "Fare la comunione" significa ricevere Cristo dentro di noi e questa presenza ricevuta collettivamente ci rende unità. Ricordiamo, a scanso di equivoci, che il pane e il vino consacrati non sono meri simboli ma diventano davvero la carne e il sangue di Cristo, unico dono che ci rende liberi dalla schiavitù dell'egoismo e della morte.

sabato 19 aprile 2008

15 aprile - il film

Svelato il tanto atteso mistero, ma solo una persona è quasi riuscita ad indovinarlo, dopo però che il concorso era chiuso, e quindi nessuno si è aggiudicato la pizza gratis. Peccato... bene, per non farla tanto lunga, il film è:

IL PROFUMO - Storia di un assassino

tratto dal romanzo Il profumo del tedesco Patrick Süskind del 1985. Il film invece è del 2007 e riprende il titolo originale del romanzo che in tedesco era appunto Das Parfum – Die Geschichte eines Mörders (dove voi da bravi anglisti riconoscerete la somiglianza tra il tedesco Mörders e l'inglese murderer).

Ecco qualche link al riguardo:

Wkipedia: Il profumo
Scheda del film su MyMovies
Recensione su 35mm
Recensione su FilmUP

E scusate il ritardo per la pubblicazione di questo articolo! Prossimo incontro: martedì 22 aprile alle 21h15 al centro sociale (si comincerà con la discussione del film, quindi tenete fresca la memoria!!!)

8 aprile - Corpo, dipendenze e ossessioni

Torniamo a parlare di un aspetto negativo della corporeità, che per semplificare riassumiamo l'espressione del "corpo che mi domina". Le dipendenze possono essere di vario genere ed essere più strettamente legate al corpo, o meglio, a sostanze che assumiamo e che ci procurano una sorta di sballo (alcol, fumo, droga), o anche un rapporto alterato con il cibo (anoressia, bulimia). Ma le dipendenze possono anche non essere legate a sostanze (e quindi non direttamente al corpo) - le cosiddette dipendenze senza sostanze - che comprendono, per esempio, strumenti di comunicazione come il cellulare, la televisione, internet, ma anche i videogiochi, il gioco d'azzardo e lo shopping compulsivo. Infine abbiamo incluso alcuni fenomeni di "autolesionismo" in cui il rapporto con il corpo risulta alterato, e le ferite inflitte servono da valvola di sfogo di turbamenti interiori. L'incontro consisteva nella lettura a coppie di una serie di materiali, che poi abbiamo discusso insieme:

ALCOL:
Ragazzi che bevono troppo
I consumi alcolici in Italia: analisi e proposte

DROGA:
Marijuana: droga leggera? Ma produce dipendenza
Inchiesta sulla droga
Boom della cocaina nell'UE

ANORESSIA:
Anoressia: un'inchiesta rivela: è più radicato al Nord il "mito" che genera il male

AUTOLESIONISMO:
Quando il corpo racconta la vita: una lettura antropologica dell'autolesionismo
L'autolesionismo adolescenziale (pag 17-18)

Per quanto riguarda le dipendenze senza sostanze, riportiamo questa citazione dall'articolo "Malati di Internet, travolti dallo shopping" (Segno n. 4, aprile 2008):

"Non possiamo parlare di dipendenza quando la persona controlla e usa il mezzo di comunicazione e non lo finalizza come obiettivo delle proprie giornate, del proprio tempo. Quando l'uso di questi nuovi mezzi di comunicazione o di svago diventa abusivo, si trasforma in un quadro patologico che interessa a quel punto non solo la persona, ma la famiglia e l'intera società. Per un aspetto mette in luce un problema, cioè un disagio psicologico delle persone che non riescono a staccarsi da questi strumenti, e per l'altro, come si diceva prima, diventa un fenomeno di disagio sociale. La dipendenza fa emergere un problema della persona e per l'altro [le persone che gli stanno accanto] lo crea. [...] Nella dipendenza patologica la terapia decisiva è "dura": consiste nel non premere il pulsante di accensione dello strumento preferito. È un discorso drastico, ma è l'unica via d'uscita. L'obiettivo primario rimane quello della prevenzione che significa il coraggio, come genitori, educatori, insegnanti e comunità cristiana, di educare a nuotare controcorrente. La forza di saper dire dei no!"

Per dare infine qualche spunto di riflessione, ecco qualche domanda:
  • Questi fenomeni sono sbagliati perché fini a se stessi o c'è un'altra motivazione?
  • Quale idea del corpo danno?
  • Quali sono le mie piccole dipendenze?

sabato 5 aprile 2008

CONTEST - Guess the film!!!

Per l'incontro di 15 aprile abbiamo pensato di vedere un film, per questo inizieremo l'incontro alle 20h00 con cena compresa... ma ci sarà un fortunato a cui offriremo la pizza se riesce ad indovinare il film che vedremo! Per ora gli indizi sono questi:
  • è un film uscito al cinema negli ultimi 10 anni
  • è attinente alla tematica che stiamo affrontando
  • il titolo è composto di parole (aiutone!)
Per partecipare è sufficiente lasciare un commento con il probabile titolo e ovviamente il nome. Ma attenzione, ognuno ha a disposizione solo 3 opportunità!

Affrettatevi, alle 19h45 di oggi il concorso si chiuderà e... chi s'è visto s'è visto!!!!

(un consiglio per chi ha un account gmail: se siete connessi con il vostro account, per esempio tenete aperto gmail in un'altra finestra o scheda, quando andrete a lasciare il commento, blogger "riconoscerà" il vostro account e compare il vostro nome invece di Anonimo!)

venerdì 4 aprile 2008

2 aprile - il corpo e il piacere dei sensi

Continuiamo sulla scia dell'incontro precedente gli aspetti positivi della corporeità. Il nostro corpo ci permette infatti di sperimentare il mondo che ci circonda attraverso i sensi, esperienza che si può dimostrare piacevole e desiderabile... Tralasciamo per questa volta il piacere sessuale e ci concentriamo unicamente sui 5 sensi. Essendo anche questo un incontro basato sulle esperienze corporee, rimane un po' difficile "raccontarlo", ma non bisogna sottovalutare il potere evocativo della parola. Dunque dicevamo... nella stanza ci sono 5 punti senso-piacere, in ognuno erano proposte concretamente delle sensazioni relative a quel senso e un cartellone bianco permetteva di continuare la lista... andiamo con ordine:

VISTA - La natura ci offre splendidi scenari che dilettano i nostri occhi durante tutta la giornata e in qualsiasi posto andiamo. Un tramonto sul mare, l'orizzonte limpido, le montagne innevate, il sole che illumina alberi e case, ma anche la pioggia che cade, e poi le stelle. Le persone che ci sono accanto e gli amici animali. Quadri, film e romanzi, anche la lettura è un piacere che fruiamo attraverso la vista.

UDITO - Ascoltando una musica rilassante che racconta di uccelli che cantano, di acque che scorrono, di flauti e di arpe, ci ritornano alla memoria l'aria cinguettante di primavera, le onde del mare che si infrangono sulla sabbia, la pioggia che batte sul vetro, ma anche il rumore della città, che è pur sempre vita pulsante. Ci ricordiamo della voce delle persone care, le loro risa, o la voce di attori dal timbro suadente, il canto di melodie conosciute ed amate. Sono violini e pianoforti che producono suonu dolci e importanti, sono canzoni forti che ci caricano di energia, che assecondano o condizionano il nostro stato d'animo.

GUSTO - Assaggiando una tenerezza al limone o un cioccolatino, abbiamo ricordato i tanti dolci che amiamo, dalla cioccolata, al gelato, dalla panna alla crema, dalla pasta frolla al mandarino. E per contrasto, ci tornano in bocca anche i sapori delle cose salate, crostini croccanti e saporiti, parmigiano deciso, il piccante del peperoncino, del curry e della paprika, la semplicità gustosa di una pizza. Ma anche caffè, vino bianco, limone.


ODORATO - Mentre il fumo dell'incenso al muschio bianco sale verso l'alto e si spande per la stanza, nella nostra mente riaffiorano il profumo dei gelsomini notturni, del prato, della vaniglia e dei limoni... dalla cucina arrivano l'odore del caffè, del tè caldo, dei cibi in cottura... e ancora il profumo di panni puliti, del bagnoschiuma e... della benzina!

TATTO - Finiamo con questo senso spesso lasciato in disparte, e per dare un input, un massaggio alle spalle e una antistress con cui giocherellare! subito ci viene in mente il contatto umano, le carezze alle mani e ai capelli, e poi l'acqua che scorre sul corpo, il calore del sole, la sabbia o l'erba sotto i piedi scalzi. Ma anche le stoffe sono una fonte di piacere: una T-shirt fresca sul corpo accaldato di una giornata d'estate, il calore del pile quando fa freddo, le stoffe lisce come la seta o il raso da accarezzare. E infine, il tappo della penna a scatto!

Prendiamo ora due versi tratti dal Don Juan di Byron:

'T is pity though, in this sublime world, that
Pleasure 's a sin, and sometimes sin 's a pleasure;

E purtroppo in questo mondo sublime
il piacere è peccato, e a volte il peccato un piacere

Quindi a questo punto ci chiediamo, se i sensi ci permettono di sperimentare delle situazioni di piacere,

Esiste un limite al piacere?

La nostra cultura di stampo cristiano, così come si è venuta creare nei secoli, ha plasmato una concezione del corpo come contenitore dell'anima, come qualcosa che imprigiona la nostra parte buona e quasi divina e la spinge verso la corruzione. Questa visione è in un certo qual modo sedimentata dentro di noi e ci fa percepire il piacere come qualcosa da evitare - ad esempio, i cosiddetti peccati di gola. Ma possiamo anche vedere i sensi come un dono di Dio e il piacere, qualcosa per cui ringraziarlo.

Il piacere può comunque diventare negativo se diventa il fine della vita, se il suo perseguimento surclassa il nostro rapporto con gli altri. Quindi un limite del piacere può essere appunto questo, che il piacere non diventi qualcosa di ossessivo, che totalizza la nostra esistenza.

Concludiamo con questa preghiera degli Indiani Chippewa:

O Grande Spirito, tua è la voce che odo nel vento,
tuo è l'alito che dà vita a tutto il mondo.
Io sono piccolo e debole:
la tua forza e saggezza mi sostengano.
Fammi camminare nel bello
e i miei occhi vedano il tramonto color porpora.
Fa' che le mie mani rispettino le cose che tu hai creato.
Fa' le mie orecchie acute per sentire la tua voce.
Dammi la sapienza di comprendere i tuoi insegnamenti.
Fammi conoscere i segreti
che hai nascosto nell'erba e nella roccia.
Dammi la forza non per superare il mio fratello
ma per combattere il mio maggior nemico: me stesso.
Fammi essere sempre pronto a venire da te
con le mani pure e gli occhi giusti.
Così quando la mia vita sfumerà come il sole al tramonto,
il mio spirito potrà giungere a te senza vergogna.