sabato 19 aprile 2008

8 aprile - Corpo, dipendenze e ossessioni

Torniamo a parlare di un aspetto negativo della corporeità, che per semplificare riassumiamo l'espressione del "corpo che mi domina". Le dipendenze possono essere di vario genere ed essere più strettamente legate al corpo, o meglio, a sostanze che assumiamo e che ci procurano una sorta di sballo (alcol, fumo, droga), o anche un rapporto alterato con il cibo (anoressia, bulimia). Ma le dipendenze possono anche non essere legate a sostanze (e quindi non direttamente al corpo) - le cosiddette dipendenze senza sostanze - che comprendono, per esempio, strumenti di comunicazione come il cellulare, la televisione, internet, ma anche i videogiochi, il gioco d'azzardo e lo shopping compulsivo. Infine abbiamo incluso alcuni fenomeni di "autolesionismo" in cui il rapporto con il corpo risulta alterato, e le ferite inflitte servono da valvola di sfogo di turbamenti interiori. L'incontro consisteva nella lettura a coppie di una serie di materiali, che poi abbiamo discusso insieme:

ALCOL:
Ragazzi che bevono troppo
I consumi alcolici in Italia: analisi e proposte

DROGA:
Marijuana: droga leggera? Ma produce dipendenza
Inchiesta sulla droga
Boom della cocaina nell'UE

ANORESSIA:
Anoressia: un'inchiesta rivela: è più radicato al Nord il "mito" che genera il male

AUTOLESIONISMO:
Quando il corpo racconta la vita: una lettura antropologica dell'autolesionismo
L'autolesionismo adolescenziale (pag 17-18)

Per quanto riguarda le dipendenze senza sostanze, riportiamo questa citazione dall'articolo "Malati di Internet, travolti dallo shopping" (Segno n. 4, aprile 2008):

"Non possiamo parlare di dipendenza quando la persona controlla e usa il mezzo di comunicazione e non lo finalizza come obiettivo delle proprie giornate, del proprio tempo. Quando l'uso di questi nuovi mezzi di comunicazione o di svago diventa abusivo, si trasforma in un quadro patologico che interessa a quel punto non solo la persona, ma la famiglia e l'intera società. Per un aspetto mette in luce un problema, cioè un disagio psicologico delle persone che non riescono a staccarsi da questi strumenti, e per l'altro, come si diceva prima, diventa un fenomeno di disagio sociale. La dipendenza fa emergere un problema della persona e per l'altro [le persone che gli stanno accanto] lo crea. [...] Nella dipendenza patologica la terapia decisiva è "dura": consiste nel non premere il pulsante di accensione dello strumento preferito. È un discorso drastico, ma è l'unica via d'uscita. L'obiettivo primario rimane quello della prevenzione che significa il coraggio, come genitori, educatori, insegnanti e comunità cristiana, di educare a nuotare controcorrente. La forza di saper dire dei no!"

Per dare infine qualche spunto di riflessione, ecco qualche domanda:
  • Questi fenomeni sono sbagliati perché fini a se stessi o c'è un'altra motivazione?
  • Quale idea del corpo danno?
  • Quali sono le mie piccole dipendenze?

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