venerdì 4 aprile 2008

2 aprile - il corpo e il piacere dei sensi

Continuiamo sulla scia dell'incontro precedente gli aspetti positivi della corporeità. Il nostro corpo ci permette infatti di sperimentare il mondo che ci circonda attraverso i sensi, esperienza che si può dimostrare piacevole e desiderabile... Tralasciamo per questa volta il piacere sessuale e ci concentriamo unicamente sui 5 sensi. Essendo anche questo un incontro basato sulle esperienze corporee, rimane un po' difficile "raccontarlo", ma non bisogna sottovalutare il potere evocativo della parola. Dunque dicevamo... nella stanza ci sono 5 punti senso-piacere, in ognuno erano proposte concretamente delle sensazioni relative a quel senso e un cartellone bianco permetteva di continuare la lista... andiamo con ordine:

VISTA - La natura ci offre splendidi scenari che dilettano i nostri occhi durante tutta la giornata e in qualsiasi posto andiamo. Un tramonto sul mare, l'orizzonte limpido, le montagne innevate, il sole che illumina alberi e case, ma anche la pioggia che cade, e poi le stelle. Le persone che ci sono accanto e gli amici animali. Quadri, film e romanzi, anche la lettura è un piacere che fruiamo attraverso la vista.

UDITO - Ascoltando una musica rilassante che racconta di uccelli che cantano, di acque che scorrono, di flauti e di arpe, ci ritornano alla memoria l'aria cinguettante di primavera, le onde del mare che si infrangono sulla sabbia, la pioggia che batte sul vetro, ma anche il rumore della città, che è pur sempre vita pulsante. Ci ricordiamo della voce delle persone care, le loro risa, o la voce di attori dal timbro suadente, il canto di melodie conosciute ed amate. Sono violini e pianoforti che producono suonu dolci e importanti, sono canzoni forti che ci caricano di energia, che assecondano o condizionano il nostro stato d'animo.

GUSTO - Assaggiando una tenerezza al limone o un cioccolatino, abbiamo ricordato i tanti dolci che amiamo, dalla cioccolata, al gelato, dalla panna alla crema, dalla pasta frolla al mandarino. E per contrasto, ci tornano in bocca anche i sapori delle cose salate, crostini croccanti e saporiti, parmigiano deciso, il piccante del peperoncino, del curry e della paprika, la semplicità gustosa di una pizza. Ma anche caffè, vino bianco, limone.


ODORATO - Mentre il fumo dell'incenso al muschio bianco sale verso l'alto e si spande per la stanza, nella nostra mente riaffiorano il profumo dei gelsomini notturni, del prato, della vaniglia e dei limoni... dalla cucina arrivano l'odore del caffè, del tè caldo, dei cibi in cottura... e ancora il profumo di panni puliti, del bagnoschiuma e... della benzina!

TATTO - Finiamo con questo senso spesso lasciato in disparte, e per dare un input, un massaggio alle spalle e una antistress con cui giocherellare! subito ci viene in mente il contatto umano, le carezze alle mani e ai capelli, e poi l'acqua che scorre sul corpo, il calore del sole, la sabbia o l'erba sotto i piedi scalzi. Ma anche le stoffe sono una fonte di piacere: una T-shirt fresca sul corpo accaldato di una giornata d'estate, il calore del pile quando fa freddo, le stoffe lisce come la seta o il raso da accarezzare. E infine, il tappo della penna a scatto!

Prendiamo ora due versi tratti dal Don Juan di Byron:

'T is pity though, in this sublime world, that
Pleasure 's a sin, and sometimes sin 's a pleasure;

E purtroppo in questo mondo sublime
il piacere è peccato, e a volte il peccato un piacere

Quindi a questo punto ci chiediamo, se i sensi ci permettono di sperimentare delle situazioni di piacere,

Esiste un limite al piacere?

La nostra cultura di stampo cristiano, così come si è venuta creare nei secoli, ha plasmato una concezione del corpo come contenitore dell'anima, come qualcosa che imprigiona la nostra parte buona e quasi divina e la spinge verso la corruzione. Questa visione è in un certo qual modo sedimentata dentro di noi e ci fa percepire il piacere come qualcosa da evitare - ad esempio, i cosiddetti peccati di gola. Ma possiamo anche vedere i sensi come un dono di Dio e il piacere, qualcosa per cui ringraziarlo.

Il piacere può comunque diventare negativo se diventa il fine della vita, se il suo perseguimento surclassa il nostro rapporto con gli altri. Quindi un limite del piacere può essere appunto questo, che il piacere non diventi qualcosa di ossessivo, che totalizza la nostra esistenza.

Concludiamo con questa preghiera degli Indiani Chippewa:

O Grande Spirito, tua è la voce che odo nel vento,
tuo è l'alito che dà vita a tutto il mondo.
Io sono piccolo e debole:
la tua forza e saggezza mi sostengano.
Fammi camminare nel bello
e i miei occhi vedano il tramonto color porpora.
Fa' che le mie mani rispettino le cose che tu hai creato.
Fa' le mie orecchie acute per sentire la tua voce.
Dammi la sapienza di comprendere i tuoi insegnamenti.
Fammi conoscere i segreti
che hai nascosto nell'erba e nella roccia.
Dammi la forza non per superare il mio fratello
ma per combattere il mio maggior nemico: me stesso.
Fammi essere sempre pronto a venire da te
con le mani pure e gli occhi giusti.
Così quando la mia vita sfumerà come il sole al tramonto,
il mio spirito potrà giungere a te senza vergogna.


1 commento:

Anonimo ha detto...

Carlo: Io direi che la concezione del corpo come contenitore dell'anima è condizionata dalla forte componente greca della nostra cultura. Lo sforzo che ci si propone è quello di recuperare la concezione unitaria della persona, quella biblica.