lunedì 21 gennaio 2008

19 gennaio - Perché leggiamo ancora l'Antico Testamento?

Dopo quasi due mesi... con l'anno nuovo si ricomincia!

Alla fine dell'incontro del 24 novembre, ci eravamo lasciati con degli interrogativi irrisolti. Analizzando e confrontando brani dell'Antico Testamento (d'ora in poi, AT!) e del Corano, sembrava quasi che ne emergesse una figura di Dio vendicatore, tanto diverso dal Dio misericordioso del Nuovo Testamento (NT). Quindi nasce spontanea la domanda: Perché leggiamo ancora l'AT?

L'incontro inizia con un gioco: bisogna associare ad una serie di brani biblici il libro da cui sono stati tratti (indicando se si tratta dell'AT o del NT), e poi rispondere a due domande:
  • Quale brano mi ha colpito di più, in positivo e in negativo?
  • Che idea mi sono fatto dell'AT e del NT?
Se ti va, puoi andare alla pagina con i brani (dove poi troverai anche un link alle risposte!!!) così anche tu puoi metterti alla prova...

I brani sono stati scelti appositamente in modo che ci fossero testi molto duri o molto dolci sia dell'AT che del NT.

Prendiamo ora altri due brani, le letture di due domeniche fa:

Vangelo: Mt 3, 13-17

13 In quel tempo Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui. 14 Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?». 15 Ma Gesù gli disse: «Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia». Allora Giovanni acconsentì. 16 Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. 17 Ed ecco una voce dal cielo che disse: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto».

Prima lettura: Is 42, 1-7

1 Ecco il mio servo che io sostengo,
il mio eletto di cui mi compiaccio.
Ho posto il mio spirito su di lui;
egli porterà il diritto alle nazioni.
2 Non griderà né alzerà il tono,
non farà udire in piazza la sua voce,
3 non spezzerà una canna incrinata,
non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta.
Proclamerà il diritto con fermezza;
4 non verrà meno e non si abbatterà,
finché non avrà stabilito il diritto sulla terra;
e per la sua dottrina saranno in attesa le isole.
5 Così dice il Signore Dio
che crea i cieli e li dispiega,
distende la terra con ciò che vi nasce,
dà il respiro alla gente che la abita
e l'alito a quanti camminano su di essa:
6 «Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia
e ti ho preso per mano;
ti ho formato e stabilito come alleanza del popolo
e luce delle nazioni,
7 perché tu apra gli occhi ai ciechi
e faccia uscire dal carcere i prigionieri,
dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre.

La giustizia di cui si parla non è quella dell'uomo, ma è la fedeltà a Dio e alla sua legge. Gesù si sottomette a questa giustizia, per inserirsi nel progetto di Dio che è stato portato avanti dal popolo di Israele a partire da Abramo. Il Vangelo ci presenta 4 immagini:
  • Gesù uscì dall'acqua: al battesimo, che significa immersione, fa seguito una rinascita, che preannuncia la risurrezione;
  • si aprirono i cieli: si apre il mondo di Dio, non c'è più separazione tra il mondo umano e quello divino, si può conoscere il progetto di Dio;
  • lo Spirito di Dio scese come una colomba: richiama lo Spirito di Dio che aleggiava sopra il mondo informe prima della creazione;
  • ecco una voce dal cielo che disse: è una voce potente, come quella del tuono, una voce che si moltiplica come l'eco.
Per parlare all'uomo, Dio usa la lingua dell'uomo. Una lingua riflette la cultura e il modo di pensare dei suoi parlanti in un determinato periodo storico. Ci sono immagini e modi di dire che erano assolutamente familiari a chi leggeva le Scritture a quei tempi, perché vi confluiva la realtà di allora. Quando leggiamo la Bibbia dobbiamo quindi tener presente questo, che non significa pensare che non sia più valida perché scritta per gli uomini di un tempo che non c'è più, ma che deve essere analizzata alla luce del contesto in cui è stata prodotta. Dobbiamo anche tener presente che la Bibbia, essendo composta di vari libri, è formata anche da vari generi letterari: poetici, narrativi, ecc. Non dobbiamo quindi neanche ricadere nell'errore di leggere il linguaggio metaforico alla lettera, perché è solo un modo di esprimere con più forza certi concetti.

La Bibbia, in quanto testo, è anche un fitto tessuto di rimandi testuali da un passo all'altro, che un ebreo del tempo avrebbe colto immediatamente, ma noi abbiamo qualche difficoltà. Conoscere l'AT serve quindi per una migliore comprensione del NT. Ma non solo: chi crede, vi vede anche il compimento, la prosecuzione del messaggio di Dio. Leggendo il Vangelo di Matteo, quando si parla di "figlio mio prediletto, in cui mi sono compiaciuto", ci ricordiamo che si tratta della promessa fatta in Isaia: "Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito sopra di lui, egli porterà il diritto alle nazioni." Il figlio di Dio verrà quindi nella debolezza, si farà fragile, come un servo che non conta niente, ma la sua proclamazione sarà forte. In tutto questo, il battesimo di Gesù rappresenta un po' il passaggio di testimone dall'AT al NT: Dio è venuto sulla Terra con Gesù di Nazareth, ma continua a parlare agli uomini come aveva sempre fatto, e come continuerà a fare, con grande e dolcissimo amore verso le sue creature.

Nessun commento: