lunedì 17 marzo 2008

11 marzo - Corpo e Limite

L'incontro di questa settimana è iniziato con la visione di un spezzone della serie "Dr House", era su cassetta e su youtube non lo trovo... sorry! cmq sarebbe la terza puntata della quarta serie dal titolo "97 seondi". Nella scena che avevamo selezionato, il paziente della puntata è tetraplegico ma la sua situazione peggiora: oltre a non poter camminare, adesso non riesce neanche più a deglutire. Una possibile diagnosi sarebbe un melanoma all'occhio, ma anche nella migliore delle ipotesi, cioè se la terapia per il cancro va a buon fine, gli rimangono pochi mesi di vita. Il ragazzo è stanco e non gli interessa curarsi, perché a questo punto il corpo non gli è che di impiccio, ha perso anche l'ultimo piacere che gli era rimasto, cioè il cibo, perché lo devono nutrire con un sondino. Spera in una vita migliore nell'aldilà, ma House non condivide questa concezione, per lui la vita è solo quello che c'è adesso, anche se uno è costretto a letto senza potersi muovere.

Bene, da questo inizio allegro, andiamo adesso a chiderci se anche il nostro corpo, naturalmente soggetto a malattie e acciacchi vari, è stato per noi un motivo di sofferenza o di dolore, e in che modo abbiamo reagito in situazioni concrete di questo tipo. Per fare questo, ognuno ha un piccolo atlante del corpo umano, dove cerchiare le parti del corpo che ci hanno fatto soffrire e perché. Stavolta abbiamo fatto un passo avanti con la tecnologia e, con l'aiuto dello scanner, ecco l'atlante del corpo umano!!!!!


La seconda parte dell'incontro parte invece dalla lettura di due articoli che ci guidano alla discussione sul limite dell'uomo in quanto corpo.

Il primo articolo, preso da internet, tratta di una scoperta nel mondo animale: una medusa che ringiovanisce, e che è quindi potenzialmente immortale (sempre che nessuno la schiacci, ovviamente...). Per la medicina questo avrebbe risvolti senzazionali: a ben vedere, la medicina e la tecnologia del mondo d'oggi sembrano orientate verso il superamento di limiti imposti all'uomo dalla sua natura corporea, quindi le malattie, la fragilità del corpo e l'invecchiamento, che puntano tutti verso il limite ultimo dell'uomo che è la morte.

Il secondo articolo è tratto invece dal libro di Martini "Sul corpo", che ci è anche di guida per la preparazione di questa serie di incontri. Qui la malattia è invece vista come un "promemoria" della nostra limitatezza: di fronte alla malattia, emerge la debolezza e la fragilità della nostra conduzione umana.

Alla luce di questi spunti,
  • che idea ho del limite imposto dal mio corpo?
  • come vivo il limite del corpo?
Il limite quindi può essere sia qualcosa di totalmente negativo, che deve essere superato o tenuto nasconsto, oppure può essere un punto fermo, che ci dice fin dove arriviamo e poi... ci mettiamo il cuore in pace. E la morte può essere una causa di paura, di angoscia, che non ci permette di vivere serenamente, oppure la possiamo sentire più lontana, o comunque saperla accettare con serenità, visto che tanto c'è e prima o poi verrà.

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