L'incontro di oggi è una relazione di don Piero che ha ripercorso per noi i brani biblici più significativi sulla corporeità e ci ha fornito anche la terminologia biblica al riguardo. Cercherò di ricostruire il discorso ma potete chiedere direttamente a lui se non capite qualcosa o volete ulteriori spiegazioni. Anche se, come dice il proverbio, chi dorme non piglia pesci!!!
LA TERMINOLOGIA EBRAICA DELLA CORPOREITÀIniziamo dicendo che nella cultura ebraica, l'essere umano è visto come una unità, e non una unione di anima e corpo come ci viene tramandato dalla cultura e filosofia greca che ha successivamente fatto penetrare questa concezione nel pensiero dei teologi cristiani. L'idea di una componente spirituale "buona" pre-esistente a un corpo "cattivo" in cui è imprigionata nasce con la filosofia socratico-platonica ed è assente dal pensiero ebraico, dove non c'è nemmeno una parola per indicare il corpo, nel senso che lo intendiamo noi. Ma andiamo con ordine e presentiamo le parole ebraiche essenziali, tenendo conto che nella traduzione dei settanta, come anche nel nuovo testamento, la resa in greco spesso non tiene conto del senso originale del termine ebraico (Scarica il
file pdf con la terminologia biblica della corporeità
). La prima è
adam (tradotta in greco
ànthropos, essere umano), legata alla parola che indica la terra,
adamà. Questa parola indica quindi l'uomo in quanto essere terrestre, indipendentemente dal suo sesso, quindi l'essere umano, l'umanità in genere. Abbiamo poi
ish e
ishah, "uomo" e "donna".
Ish (tradotto in greco come
anér, andrós, "uomo di sesso maschile") indica rispetto ad
adam l'uomo in quanto differenziato in uomo e donna, l'uomo che è sia maschio che femmina, ma non l'uomo maschio in particolare (come gatto indica in generale tutti i gatti, però possiamo anche fare l'opposizione gatto-gatta. Purtroppo, in italiano uomo e donna sono due parole totalmente distinte, come anche in greco). Passiamo ora ad un'altra parola, che è
basar, che significa "carne" e in greco è tradotta come
sarx, appunto "carne", ma anche come
sôma, che significa invece "corpo".
Basar non indica quindi una componente dell'essere umano, non il "corpo" come lo intendiamo noi, bensì l'uomo in quanto costituito di carne; nello specifico, questo termine indica la fragilità dell'uomo, la sua limitatezza. Con
sarx si mette più l'accento sulla debolezza fisica ma anche morale, mentre
sôma è un termine più positivo rispetto a carne. Con la parola
nephesh si indica invece "il soffio vitale, la vita, l'io", è la parola che designa l'uomo in quanto essere vivente, che si manifesta nel suo respirare. La traduzione greca,
psyché, è un po' fuorviante, in quanto indica maggiormente l'anima, l'individualità della persona, la mente.
Nephesh è invece quello che ci accomuna agli animali, anch'essi essere viventi che respirano. Un'altra parola è
ruah, che significa "vento, soffio, spirito", e può indicare sia lo Spirito di Dio, sia, applicata all'uomo, la sua capacità di porsi in relazione con Dio (greco:
pneuma, "vento, soffio, spirito"). Quindi, con questo termine, l'uomo è visto come un essere che si mette alla ricerca di un rapporto con un Altro. Infine,
lev significa "cuore", ma anche qui la traduzione è fuorviante. Può indicare sì l'organo (in greco,
kardia) ma non indica mai la sede dei sentimenti. La parola ebraica indica invece la parte più profonda dell'uomo e lo caratterizza come essere in grado di riflettere, di compiere scelte (in greco, questi due concetti sono espressi da
nous, "ragione, intelligenza", e
synéidesis, "coscienza"). Quindi queste parole ci parlano dell'uomo, che può essere visto sotto diverse angolazioni, e ogni volta cogliamo un aspetto diverso della sua essenza, senza che venga meno la sua unità. Un po' come un cilindro che, visto da sopra, ci appare come un cerchio, visto di lato lo vediamo come un rettangolo.
Andiamo ora a leggere alcuni passi biblici.
LA GENESILa Genesi (e la Bibbia in genere) non pretende essere un testo biologico, tantomeno di avere esattezza cronologica. La Genesi, in particolare, è una raccolta di riflessioni e di storie, anche personali, che rendano conto dell'esperienza con Dio, dell'ispirazione che ci ha lasciato dentro. Qui il linguaggio si fa simbolico, per riflettere sulla naura umana. Due sono i racconti che parlano della creazione dell'uomo (sempre sotto forma di racconto mitologico, e non cronologico).
GENESI 126 E Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».27 Dio creò l'uomo a sua immagine;a immagine di Dio lo creò;maschio e femmina li creò.28 Dio li benedisse e disse loro:«Siate fecondi e moltiplicatevi,riempite la terra;soggiogatela e dominatesui pesci del maree sugli uccelli del cieloe su ogni essere vivente,che striscia sulla terra».Il primo brano coglie l'aspetto relazionale dell'uomo. L'uomo creato a "immagine e somiglianza" di Dio significa un essere in grado di porsi in dialogo con Dio, un essere che può parlare e ascoltare. Qui l'uomo è detto ish e ishah. Il verbo dominare (tradotto non appropriatamete) non indica tanto un dominio ma uno stare insieme, una comune origine terrestre, mentre l'invito a essere fecondi non si riferisce solo alla procreazione ma anche alla produzione intellettuale, alla creatività in genere.
GENESI 27 allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente. [...] 18 Poi il Signore Dio disse: «Non è bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile». 19 Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all'uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l'uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. 20 Così l'uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche, ma l'uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile. 21 Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. 22 Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo. 23 Allora l'uomo disse:«Questa volta essaè carne dalla mia carnee osso dalle mie ossa.La si chiamerà donnaperché dall'uomo è stata tolta».24 Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne. 25 Ora tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna.In questo secondo racconto della Genesi, un altro autore riflette più profondamente sulla natura umana e ci presente l'uomo in se stesso. Innanzitutto vediamo un uomo che è stato creato "polvere della terra": il testo ebraico dice in realtà "è stato plasmato polvere del suolo", e non "con polvere del suolo". Quindi è chiaro che qui adam non è nome proprio ma indica la provenienza dalla terra e la fragilità dell'essere umano. Poi Dio gli soffia lo spirito vitale - nephesh - che penetra dentro di lui e lo rende vivo. L'uomo è quindi un'unicità di fragilità e vita.
Ma l'uomo all'inizio è solo. La donna è creata per essere una persona che gli stia di fronte (questo il senso di "che gli sia simile", come prima l'uomo creato a somiglianza di Dio), che instauri con lui una relazione dialogica di pari dignità. In un certo qual modo, l'autore vuole uscire dalla mentalità dell'epoca in cui la donna era considerata poco più di nulla (senza però andare troppo oltre). La parte in versi gioca sulle parole ebraiche ish e ishah - gioco ovviamente irriproducibile nella lingua italiana. Ora capiamo meglio le parole, altrimenti incomprensibili, "si chiamerà donna perché dall'uomo è stata tolta".
La nudità indica una relazione equilibrata, turbata solo in seguito dalla disobbedienza a Dio: voler vivere a prescindere da Dio è causa di turbamento e di disagio.
Da quanto leggiamo dalla Genesi possiamo concludere che, sebbene presenti elementi di negatività (fragilità), in definitiva, però, la corporeità è globalmente concepita in maniera più che positiva nella mentalità e nella cultura ebraica.
IL CANTICO DEI CANTICIQuesto bellissimo testo è nato come una riflessione ed esaltazione dell'amore umano, raccontato nei suoi aspetti piiù realistici. Questo lo vediamo in quanto l'amore è presentato come sentimento e desiderio (eros), come philia (rapporto amicale, fondato sul dialogo, sul colloquiare) e come dono gratuito (agape). Si tratta quindi di una esaltazione della positività della corporeità e dell'amore tra uomo e donna. La negatività in questo rapporto consiste unicamente nel voler vivere a prescindere da Dio, perché questo può incrinare anche l'amore che all'inizio sembrava saldissimo. In seguito, questo libro della bibbia è anche passato ad indicare, simbolicamente, l'amore tra l'uomo e Dio, sempre nell'ottica che la massima espressione di amore, quella che coinvolge l'uomo in tutti i suoi aspetti, è quella tra uomo e donna.
MATTEO 193 Allora gli si avvicinarono alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?». 4 Ed egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: 5 Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? 6 Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi». 7 Gli obiettarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l'atto di ripudio e mandarla via?». 8 Rispose loro Gesù: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così. 9 Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un'altra commette adulterio».10 Gli dissero i discepoli: «Se questa è la condizione dell'uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». 11 Egli rispose loro: «Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso. 12 Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni t sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».In questo brano, le parole di Gesù sono durissime (tutto sommato, anche la legge lo era, perché la donna non poteva mica ripudiare il marito, lei!) ma ci ricordano che il matrimonio deve essere illuminato dal rapporto con Dio. Senza il suo supporto, tutto ciò che abbiamo perirebbe, perderebbe senso.
SAN PAOLO
1 CORINTI 612 «Tutto mi è lecito!». Ma non tutto giova. «Tutto mi è lecito!». Ma io non mi lascerò dominare da nulla. 13 «I cibi sono per il ventre e il ventre per i cibi!». Ma Dio distruggerà questo e quelli; il corpo poi non è per l'impudicizia, ma per il Signore, e il Signore è per il corpo. 14 Dio poi, che ha risuscitato il Signore, risusciterà anche noi con la sua potenza.15 Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Prenderò dunque le membra di Cristo e ne farò membra di una prostituta? Non sia mai! 16 O non sapete voi che chi si unisce alla prostituta forma con essa un corpo solo? I due saranno, è detto, un corpo solo. 17 Ma chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito. 18 Fuggite la fornicazione! Qualsiasi peccato l'uomo commetta, è fuori del suo corpo; ma chi si dà alla fornicazione, pecca contro il proprio corpo. 19 O non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi? 20 Infatti siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo!Spesso le parole di San Paolo sono state mal interpretate: questo avviene quando delle frasi sono estrapolate da un contesto, e quando non si tiene conto dell'occasione in cui sono state pronunciate e delle realtà a cui facevano riferimento (che i suoi contemporanei avevano ben presenti). Qui Paolo parlava agli abitanti della città di Corinto, nell'antica Grecia (quindi pensiamo già agli dei, ai templi, alla diversa mentalità di cui si parlava all'inizio). Quando si parla di prostituzione, si fa riferimento anche all'idolatria. Sappiamo infatti che il culto della dea Venere, soprattutto a Corinto, prevedeva la prostituzione sacra, che aveva come scopo iniziale quello di immagazzinare l'energia vitale proveniente dalla dea attraverso l'unione carnale con sacerdotesse. Ora è quindi chiaro come la fornicazione di cui parla Paolo racchiude in sé anche l'idolatria. Ma chi riceve il Battesimo e la Cresima, diventa tempio della Parola di Dio, e dobbiamo ricordare che siamo stati amati da Gesù, fino all'ultima goccia di sangue.
EFESINI 521 Siate sottomessi gli uni agli altri nel timore di Cristo.22 Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; 23 il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, lui che è il salvatore del suo corpo. 24 E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto.25 E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, 26 per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell'acqua accompagnato dalla parola, 27 al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata. 28 Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo, perché chi ama la propria moglie ama se stesso. 29 Nessuno mai infatti ha preso in odio la propria carne; al contrario la nutre e la cura, come fa Cristo con la Chiesa, 30 poiché siamo membra del suo corpo. 31 Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola. 32 Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! 33 Quindi anche voi, ciascuno da parte sua, ami la propria moglie come se stesso, e la donna sia rispettosa verso il marito.Anche stavolta dobbiamo tener conto della cultura in cui nascono queste parole: a quel tempo, il marito era il capo della famiglia, su questo non ci piove. Ma bisogna sempre saper distinguere la mentalità del tempo dal messaggio di Dio. E senza dubbio, Paolo non si risparmia nel predicare, con quanto ardore possibile, l'amore per la moglie da parte del marito.
Per concludere, ecco alcune citazioni che rappresentano più che altro curiosità, per sorridere un po'!!!! Qo 7, 26-28; Sir 25, 12-26, 18 + 9, 1-9; Pr 5, 1-23 + 7, 1-27.